L’INTERVISTA
«Varese, qui mi sto divertendo»
Luis Scola a 360°: «Ora siamo davvero noi. Peccato giocare senza tifosi. Il futuro? Per rispetto di tutti deciderò appena finita la stagione»

Luis Scola sogna ancora i playoff per la sua Openjobmetis, e promette decisioni in tempi rapidi - non oltre la metà di maggio - sulla possibilità di vestire anche il prossimo anno la maglia biancorossa. Il fuoriclasse argentino racconta così il cambio di passo delle ultime 5 settimane: «Non ci sono resurrezioni: c’è stato un periodo difficile di un mese e mezzo nel quale abbiamo giocato male, poi lo stop per il Covid e la successiva serie di recuperi ravvicinati ci hanno penalizzato. Ora siamo semplicemente tornati sui livelli che questa squadra può esprimere con continuità: le 4 vittorie consecutive fotografano un ottimo momento, non siamo invincibili e potremo perdere ancora, ma ora l’Openjobmetis riesce a tirare fuori tutto il suo potenziale».
Decisivo l’arrivo di Egbunu e il suo spostamento da ala forte?
«È stato certamente utile: John è un grande atleta, in difesa è un fattore negli aiuti e la rotazione dei lunghi è più bilanciata. E la sua presenza interna è essenziale, perché apre spazi per tutti: è la ragione per cui ho più opportunità sul perimetro, come ne beneficiano Ruzzier e Douglas avendone meno attenzioni da parte dei difensori».
Anche nei momenti critici Varese non si è sfaldata sotto il peso delle sconfitte: la presenza di un veterano come lei ha aiutato il gruppo a mantenere l’equilibrio?
«Bisognerebbe avere sempre questa capacità, sia quando la squadra attraversa un momento difficile che quando sta vincendo. È normale che una stagione viva di alti e bassi, l’importante è mantenere uno standard medio di rendimento. I risultati non danno mai una linea retta, riuscire a garantire sempre un buon livello di lavoro quotidiano dà la sicurezza di poter superare i momenti difficili. Il nostro è stato un anno strano, ma di fatto lo è stato per tutti, non parlando solo di pallacanestro...».
Soddisfatto della scelta di Varese per prepararsi alle Olimpiadi di Tokyo?
«Qui sono felice, certo lo ero un po’ meno dopo quel ciclo di sei sconfitte consecutive, ma la risposta deve comprendere tutto il periodo che ho trascorso qui. Se metto sul tavolo tutti questi mesi, è stata una stagione divertente, anche se non è ancora conclusa; chissà se il mese che abbiamo davanti potrà renderla ancora migliore».
Domenica altra trasferta a Reggio Emilia: vincendo chiudereste il discorso salvezza?
«È una partita importante ma come lo sono tutte quelle che rimangono. La situazione di classifica è intricata, ma abbiamo la possibilità di migliorare ulteriormente la nostra posizione e guardare all’obiettivo playoff. Nelle ultime 10 partite ne abbiamo vinte 6, battendo anche big come Sassari, Brindisi e Milano: stiamo facendo bene, dobbiamo continuare sulla falsariga dell’ultimo periodo e sicuramente potremo toglierci altre soddisfazioni».
Quali tempi avrà la sua decisione sulla eventuale prosecuzione dell’attività anche dopo le Olimpiadi di Tokyo?
«Per rispetto della squadra e della società la decisione sarà rapida, non posso farli aspettare fino a fine luglio. Onestamente non è così importante: la mia carriera ormai l’ho vissuta, mentre per la storia incredibile di Varese non cambierà il fatto che giochi un anno ancora o smetta. È un peccato non aver potuto giocare davanti ai tifosi, una delle ragioni principali per cui ho scelto Varese conoscendo quanto sia incredibile il suo pubblico; però non possiamo cambiare i piani di una società o di una persona perché è capitato qualcosa di imponderabile. Quel che faremo l’anno prossimo però lo decideremo appena finito il campionato, la prima settimana di maggio o quella successiva».
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