IL CASO
Macugnaga, pista di e-bike sotto sequestro
La Guardia di Finanza contesta assenza di autorizzazione e lavori in difformità rispetto al progetto

Pista da e-bike sequestrata. Ieri mattina, lunedì 29 maggio, la Guardia di finanza del comando provinciale, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal Procuratore della Repubblica di Verbania Olimpia Bossi, ha posto sotto sequestro preventivo la pista cicloturistica in fase di realizzazione nella “Perla del Rosa” e che Macugnaga - attraverso il passo del Monte Moro - alla Saastal. Si parla, in soldoni, di un progetto da 1,5 milioni di euro.
LE INDAGINI
Le indagini, partite nell’ambito di controlli delle Fiamme Gialle in merito ad appalti pubblici, hanno sin da subito fatto emergere che il procedimento amministrativo inerente alla realizzazione del percorso cicloturistico (raggiungendo il passo del Monte Moro che rappresenta la linea di confine tra l’Italia e la Svizzera), era viziato dall’assenza dell’autorizzazione del direttore provinciale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e che senza tale assenso non è possibile per le Autorità chiamate a pronunciarsi rilasciare ulteriori permessi ed autorizzazioni necessarie per avviare qualsiasi intervento. Gli approfondimenti investigativi si sono resi necessari in ragione della complessiva progettualità che prevede anche la realizzazione di analogo percorso in territorio svizzero, dal Comune di Saastal al passo del Monte Moro, creando di fatto una nuova via di collegamento tra i due paesi con evidenti riflessi in termini di vigilanza doganale della linea di confine.
NESSUNA AUTORIZZAZIONE
Una volta verificato che l’Ufficio doganale di Domodossola non aveva rilasciato alcuna autorizzazione, sono stati compiuti dai militari del Sagf gli accertamenti preliminari per verificare se i lavori fossero già in corso d’opera e, in caso positivo, per rilevarne il tracciato tramite Gps e rilievi metrici. Si è quindi appurato che gli interventi, oltre a essere in uno stato avanzato, erano in sostanziale difformità rispetto al progetto presentato dal Comune di Macugnaga, stazione appaltante, ed erroneamente autorizzato dai vari enti come Regione, Provincia e Sovrintendenza, che non si sono resi conto dell’assenza dell’indispensabile autorizzazione doganale. Le successive attività di polizia giudiziaria, che hanno visto intervenire anche i finanzieri della Compagnia di Domodossola con l’acquisizione e l’analisi di tutta la documentazione alla base del progetto e riguardante un’area con stringenti vincoli paesistici, naturalistici, idrogeologici e di usi civici, hanno inconfutabilmente permesso di riscontrare che per le modifiche apportate al tracciato approvato non era stata neanche avanzata alle varie autorità competenti, sospendendo i lavori in attesa di una loro decisione, una richiesta di variante.
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