IL CASO
Macugnaga, tolti i sigilli al cantiere della pista di e-bike
Oltre sei mesi di stop ai lavori dopo l’indagine della Guardia di Finanza

La pista per mountain bike in fase di costruzione tra Macugnaga e la valle di Saas, in Svizzera, è stata dissequestrata il 14 dicembre. Il percorso si snoda attraverso il passo del Moro a quasi 2.900 metri di quota nel complesso alpino del monte Rosa.
Lo ha stabilito la Cassazione, per il cantiere che era sotto sequestro dal 29 maggio scorso, quando la guardia di finanza aveva messo i sigilli ai lavori, finanziati con 1,45 milioni di euro di fondi italiani e svizzeri, dopo aver riscontrato sostanziali difformità rispetto al progetto e verificando che mancava l’autorizzazione dell’agenzia delle dogane e dei monopoli necessaria per le opere che incidono sulla linea doganale di confine.
«Aspettavamo questa notizia da tempo», commenta l’avvocato Giuseppe Salerno, che difende l’amministrazione di Macugnaga. E ha aggiunto: «Ora notificheremo alla Regione il pronunciamento della Cassazione, chiedendo la restituzione dei fondi revocati, che ammontano a circa 300mila euro, e la rimessione in termini per causa di forza maggiore».
Da progetto, i lavori si sarebbero infatti dovuti concludere entro il 31 agosto, ma gli ultimi 350 metri sono ancora da realizzare. «Quello che è successo - aggiunge l’avvocato Salerno - è causa di un sequestro illegittimo». Il Comune di Macugnaga ha già messo a punto una variante che tenga conto delle modifiche realizzate. Per poter riprendere i lavori, deve prima pronunciarsi favorevolmente la Conferenza dei servizi.
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