L’EVENTO
Made in Italy e agricoltura rigenerativa: il punto alla Poretti
Nello storico birrificio “targato” Carlsberg il talk sulla filiera brassicola

In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, il birrificio Angelo Poretti di Carlsberg Italia ha ospitato un talk istituzionale focalizzato sul futuro della filiera brassicola e del sistema agroalimentare italiano, con un occhio di riguardo all'agricoltura rigenerativa come leva strategica per la sostenibilità. L'evento, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per celebrare l'eccellenza produttiva italiana, ha visto la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti istituzionali e giovani studenti, aprendo un dialogo costruttivo sulle sfide e le opportunità del comparto.
Olivier Dubost, managing director di Carlsberg Italia, ha sottolineato il significativo contributo che l'azienda, con la sua identità duplice di realtà globale con un forte radicamento locale grazie al birrificio di Induno Olona, apporta al tessuto socio-economico del Paese. «Nell'ultimo anno, abbiamo contribuito a creare oltre 6.000 posti di lavoro nel sistema Italia e stimiamo che ogni nostro dipendente generi mediamente 35 posti di lavoro sull'intera catena del valore. Un sostegno concreto al Made in Italy di cui siamo orgogliosi».
Il focus della discussione si è spostato rapidamente sullo stato di salute dell'agricoltura, elemento imprescindibile per la produzione di birra. Le materie prime – orzo, malto, luppolo – provengono direttamente dalle aziende agricole, le cui pratiche di gestione hanno un impatto diretto sull'ambiente. Il settore agroalimentare, come evidenziato, è responsabile di una quota significativa delle emissioni di gas serra a livello europeo e globale per il Gruppo Carlsberg. Allo stesso tempo, si trova ad affrontare sfide cruciali come l'aumento della domanda, i rischi climatici, la limitatezza delle risorse e l'urgenza di ridurre le emissioni.
In questo contesto, il Gruppo Carlsberg ha posto l'agricoltura rigenerativa al centro della sua strategia di sostenibilità. Questa pratica innovativa mira a preservare e ripristinare la salute del suolo, promuovendo la biodiversità e ottimizzando l'efficienza idrica.
Ad aprire i lavori è stato l'onorevole Mirco Carloni, presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, con un videomessaggio in cui ha evidenziato le potenzialità di sviluppo delle filiere legate alla produzione di birra in Italia, con particolare riferimento a luppolo, orzo e maltificazione. «Questi sistemi possono essere ampiamente implementati nel nostro Paese, offrendo nuove opportunità di rotazione per l'agricoltura tradizionale e creando valore aggiunto, anche grazie al lavoro di grandi birrifici come Carlsberg e il suo Birrificio Angelo Poretti».
La varesina Maria Chiara Gadda, vicepresidente della stessa Commissione, ha posto l'accento sull'importanza del radicamento territoriale per le aziende che operano a livello internazionale, citando il caso di Carlsberg come esempio virtuoso. «È fondamentale creare politiche di filiera, perché l'agricoltura rigenerativa e, in generale, l'agricoltura italiana ed europea necessitano di politiche di aggregazione. La collaborazione tra chi produce la materia prima, chi la trasforma e chi la immette sul mercato è l'unica via per sviluppare le filiere agricole del Made in Italy».
Andrea Rocchi, presidente del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), ha illustrato come l'agricoltura rigenerativa stia guadagnando terreno in Italia come approccio per affrontare le sfide della sostenibilità. «Il Crea contribuisce a questa transizione attraverso la ricerca scientifica, la divulgazione e la partecipazione a progetti specifici, con l'obiettivo di migliorare la salute del suolo e la sostenibilità agricola».
Il legame storico di Carlsberg con la Danimarca ha portato al coinvolgimento di Anette Christiansen, Capo Affari Ambientali del Consiglio per l’Agroalimentare Danese, e di Francesca Zaccarelli, AgriFood Senior Expert dell’Ambasciata di Danimarca.
Christiansen ha evidenziato come il Gruppo Carlsberg sia stato tra i pionieri nell'applicazione dei principi dell'agricoltura rigenerativa, estendendo questo approccio all'intera filiera in un Paese con una forte vocazione agricola. Zaccarelli, dal canto suo, ha ricordato l'accordo storico raggiunto in Danimarca tra società civile, produttori e governo per la riduzione delle emissioni attraverso misure di agricoltura rigenerativa, con l'introduzione di una Carbon Tax i cui proventi vengono reinvestiti nel settore agricolo per incentivare pratiche sostenibili.
Sul tema della sostenibilità e delle materie prime locali sono intervenuti Christian Garavaglia, docente di Economia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e Consigliere Regionale, Regione Lombardia, e Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director di Carlsberg Italia. Garavaglia ha sottolineato come una crescente percentuale di consumatori sia disposta a pagare un sovrapprezzo per prodotti biologici, evidenziando l'impegno di Regione Lombardia nel sostenere l'agroambiente, l'agricoltura biologica e rigenerativa. Savoca ha ribadito l'impegno di Carlsberg in ambito sostenibilità, con l'obiettivo di raggiungere il 30% di approvvigionamento da pratiche agricole rigenerative entro il 2030 e il 100% entro il 2040.
A chiudere l'incontro è stato Andrea Borello, creator ed esperto di sostenibilità, che ha stimolato una riflessione sull'urgenza di contrastare gli effetti del cambiamento climatico attraverso azioni concrete. L'evento ha rappresentato un importante momento di confronto e di condivisione di strategie per un futuro più sostenibile per la filiera brassicola italiana e per l'intero sistema agroalimentare del Paese.
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