NUOVE GENERAZIONI
Chill, booster, baddies: ecco come parlano i ragazzi

Il linguaggio diretto della musica spesso precorre e/o interpreta quello che succede nella società. Lo diciamo dopo aver ascoltato l’ultimo successo del rapper milanese Ghali intitolato Chill. Di primo acchito non abbiamo nemmeno capito cosa dicesse ripetendo questa parola. Poi ci siamo informati ed è venuta fuori tutta una filosofia dei tempi moderni che, a noi boomer (così ci chiamano), l’hanno spiegata i figli o i nipoti o i loro amici che, passando per casa, ci hanno rivolto un sorriso di compassione invitandoci a essere chill.
TRA CHILL E SCIALLA
Ma cos’è che vuole dire questo termine? Da google (che ormai ci accompagna come un’ombra quando vogliamo capire qualcosa di ciò che ci gira intorno e sta già per essere soppiantato da ChatGpt e altre app del genere) si legge: è un invito a prendere le cose con calma, a non farsi sopraffare dallo stress. Un po’ come scialla, ma forse un po’ diverso da scialla che significa: «stai tranquillo», «rilassati», «non ti preoccupare». Ci chiediamo: ma ‘sti ragazzi usano due parole per dire la stessa cosa? Già da questa premessa ci accorgiamo di come sia difficile orientarsi dentro il magma linguistico in perenne mutamento che usano quando parlano tra loro. Comunque proviamo a prendere al volo l’invito che ci lanciano: ci tranquillizziamo, anche se tutte queste parole di oscura interpretazione per noi che siamo oltre gli anta, un po’ di tensione ce la mette. Ci fa sentire fuori dal mondo. O sono loro che lo sono?
TRA BOOSTER E BADDIES
Altro esempio: il 15 luglio ha suonato al RugbySound di Legnano Anna Pepe, una tipa che già a sedici anni trovavi sulle piattaforme streaming con una canzone di successo ma che tu, da vecchietto, non ci capivi niente quando parlava del Bando, del booster e di tutto quel linguaggio in codice che relega loro, i giovani, nel loro mondo e noi, i vecchi, dentro un universo da primitivi. Anna, comunque, ha proseguito sulla sua strada ed ora è una rapper di successo. È il simbolo delle Baddies, ovvero (da Google)«le ragazze sicure di se stesse, animali da discoteca, amanti della musica rap». Anche dietro a questo termine c’è tutta una visione della realtà. Il paragone può sembrare azzardato ma una volta le donne manifestavano in piazza per rivendicare i loro diritti, formavano il fronte del femminismo, lottavano per ottenere qualcosa di importante per loro e per il mondo di cui facevano parte. Non che l’onda lunga di questo processo si sia esaurita. Pure in campo giovanile nascono e fioriscono culture dell’impegno su questi temi con una forte rivendicazione del rispetto di genere, ma quello che viene veicolato con più forza sui social e che trova massima espressione nelle esibizioni live è un'altra cosa, ovvero il coalizzarsi di schiere di ragazze dietro una cantante che, magari illudendole, le fa sentire forti e vincenti. Cambio di paradigma sulla figura della donna o semplice moda del momento? A questa domanda non c’è una risposta certa ma, di sicuro, l’utilizzo di un linguaggio ben inquadrato e caratterizzante porta a galla tutta una necessità di deciso cambiamento.
IL VOCABOLARIO E GLI ESPERTI
Tempi che cambiano, per questo abbiamo deciso di indagare il linguaggio dei giovani. Lo hanno già fatto altri prima di noi, ma da oggi iniziamo a proporvi la nostra inchiesta-approfondimento che va a spiegare e a capire quella che, anche se non ci stiamo accorgendo, è una svolta epocale. Indaghiamo il linguaggio perché è da qui che parte e, spesso, trova spiegazione la trasformazione del mondo e della società. Per questo pubblicheremo un vocabolario a puntate che è stato predisposto dai nostri colleghi più giovani e che potrete arricchire anche voi segnalandoci i termini di maggior utilizzo da parte di figli e nipoti con relativa traduzione. Al lavoro di documentazione sul dizionario che cambia, si affiancherà l’approfondimento, sentendo gli esperti. Poi intervisteremo anche loro, cioè i depositari della nuova rivoluzione, coloro che parlano sempre più in codice e sembra quasi che vogliano costruire un muro che li tenga ben distinti da chi non fa parte del loro gruppo. Inoltre coinvolgeremo nel nostro lavoro d’inchiesta psicologi, specialisti dell’età evolutiva, oltre, naturalmente, alle scuole. Sono i prof a vivere a stretto contatto con gli adolescenti, a sentire i loro discorsi e, spesso, pure loro, a essere in difficoltà rispetto alle loro novità comunicative.
IL PROGETTO DI PREALPINA
Iniziamo il nostro percorso su un progetto condiviso con il prof di Storia contemporanea dell’università dell’Insubria Antonio Maria Orecchia. La redazione si metterà a disposizione per costruire a puntate questa grande inchiesta. E voi potrete aiutarci per renderla il più possibile aggiornata, documentata e rappresentativa della realtà.
La prima puntata integrale di Mala-lingua sulla Prealpina di sabato 26 luglio in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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