IL RITRATTO
I precedenti, Olindo e il volontariato: le due vite di Domenichini
L’uomo accusato di aver ucciso Carmela Fabozzi aveva vissuto fra Malnate e Varese, ora era senza fissa dimora e faceva il volontario

Volontario con gli anziani e presunto assassino di una donna di 73 anni: un ritratto inquietante anche prima del delitto, quello di Sergio Domenichini, 66 anni, arrestato per l’omicidio di Carmela Fabozzi, 73 anni, avvenuto a Malnate il 22 luglio scorso. Domenichini ha alle spalle un passato difficile fatto di truffe, droga e precedenti penali. Ma anche padre di famiglia, persona con un piglio esibizionista che lo portava a impegnarsi nel sociale, a mettersi in mostra, persino a cercare visibilità sui giornali per raccontare della sua vecchia vita fuori dalla legalità. O del suo incontro in carcere con Olindo Romano, l’autore della strage di Erba con la moglie Rosa Bazzi: le celle una di fronte all’altra, come S.D. (si usarono le iniziali per pudore), allora 53enne, raccontava proprio sulle colonne del nostro giornale.
OLINDO E LE INTERVISTE
«Olindo? Gentile, come un buon vicino di casa», diceva dopo aver trascorso 9 mesi davanti a lui al “Bassone” di Como. All’inizio non voleva guardare negli occhi uno che ha ucciso un bambino, poi il rapporto è cambiato, nonostante fosse sicuro della sua colpevolezza (era grosso e minaccioso anche con le guardie). Parole sue. Era il 2009: in un’intervista dello stesso periodo, il ricordo senza veli di una doppia vita prima da guardia giurata, poi da addetto alla sicurezza nei locali, giardiniere e corriere della droga fra Madrid e Amsterdam. Tanti trucchi per non farsi incastrare fino alla cattura e le pene scontate fino all’ultimo giorno.
E poi la voglia di migliorarsi, non si sa quanto sincera: «Con questa vita ho chiuso, ma ricominciare da persona onesta non è facile. Anzi oggi mi sembra quasi impossibile», raccontava. Difficile trovare un lavoro serio con quella fedina penale. Ma intanto Domenichini si faceva sentire, mandava auguri, implorava di aiutarlo, a volte lanciava qualche polemica o segnalava dei fatti di cronaca. Sempre al giornale, per esempio, raccontava di aver salvato un’anziana che aveva avuto un malore in casa, perché a lui piaceva dare una mano alle signore e accompagnarle a fare visite o commissioni. Strano presagio.
IL VOLONTARIATO
Aveva vissuto fra Malnate e Varese e ora risulta senza fissa dimora. Da un paio d’anni si era avvicinato anche all’associazione Anteas di Varese e il presidente del gruppo della galassia Cisl, Sabino Famiglietti, è sotto choc: «Sì, lo conoscevamo, era volontario da noi, si era proposto lui, solo un paio di mesi fa ho saputo di qualche precedente e quindi lo tenevamo d’occhio - commenta lo storico sindacalista, raggiunto dalla notizia in vacanza -. Non possiamo permetterci persone sbagliate, ma certo non potevamo immaginare una cosa del genere». Famiglietti svela anche che la signora Carmela Fabozzi, la vittima, ufficialmente non era inserita nelle schede degli anziani collegati ai servizi di accompagnamento offerti da Anteas e quindi può anche essere che il 66enne l’abbia avvicinata in autonomia, senza nemmeno coinvolgere l’associazione. Sarà l’inchiesta a stabilirlo: «Che dolore, siamo nati per aiutare gli anziani, spesso se non hanno disponibilità agiamo anche gratuitamente, non posso pensare a quello che è successo».
IL SINDACO
A unirsi al cordoglio, anche il sindaco di Malnate Irene Bellifemine, che non conosceva però l’arrestato: «Mi complimento con i carabinieri e tutte le forze dell’ordine per aver risolto in breve tempo il caso trovando il presunto colpevole - dice -. Sappiamo dei precedenti, ma qui non c’erano stati episodi in base ai riscontri della nostra Polizia locale. Ora speriamo che si arrivi alla verità definitiva: per Carmela, che merita giustizia, per i parenti, per tutta Malnate che non ha dormito sapendo di un assassino a piede libero. Dobbiamo stare vicini al figlio Angelo che aveva perso già il fratello e il padre. La vita non è stata generosa con lui».
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