LA FERROVIA
Un binario solo. Come nel 1885
L’ipotesi del raddoppio della linea Malnate-Varese esiste da anni ma giace in cassetto: «Togliamo l’imbuto»

Arriva l’Olimpiade invernale del 2026, Varese e la sua provincia potrebbe non avere solo briciole dall’evento, sia in termini economici (per le infrastrutture o gli impianti) sia turistici.
Difficile però ipotizzare una eco ampia sul territorio varesino, se si pensa che il tempo si è fermato sul fronte della velocità dei treni.
Lo ha fatto di certo nella tratta tra Varese e Milano delle Nord, visto che i tempi di percorrenza non sono molto diversi da quelli del 1885, anno di inaugurazione della Malnate-Varese.
Un binario c’era, a collegare il futuro capoluogo con Malnate, un binario c’è adesso. Con tutti i problemi del caso.
Basta un problema minimo e tutta la linea va in tilt, anche perché molti di questi quattro chilometri e mezzo corrono sopraelevati, lungo la valle dell’Olona, fino a un’altezza di quasi 60 metri.
Eppure un progetto per il raddoppio della linea, esiste.
E nei cassetti della Regione Lombardia c’è uno studio di fattibilità per le Ferrovie Nord, al quale peraltro ha collaborato anche un ingegnere varesino sul fronte del raddoppio di tre viadotti.
A dare il proprio contributo al progetto è stato infatti Riccardo Aceti, insieme con il professore Antonio Capsoni. A loro era stato affidato, nello specifico, lo studio di fattibilità del raddoppio dei ponti.
Tutti hanno in mente il ponte della ferrovia di Malnate. Cioè quel collegamento tra il capoluogo e la cittadina alle porte del capoluogo, ma il viadotto sull’Olona, lungo 220 metri e con un’altezza massima di circa 60 metri, che costituisce lo skyline tipico del nostro territorio, non è l’unico. Tra i due comuni, infatti vi sono anche il viadotto del Gaggione, struttura ottocentesca lunga circa 140 metri e e il viadotto del Vivirolo, che ha una lunghezza di circa 400 metri e che porta in direzione della città.
La progettazione è stata compiuta, certo si parla di parecchi milioni di euro di intervento, ai quali vanno aggiunti i lavori per un altro manufatto, la galleria del Gaggione (che all’epoca era stata riprogettata dalle Ferrovie Nord).
Al netto del fatto che sono trascorsi quasi due lustri, nulla vieta però di ricordare l’esistenza di quel progetto che sarebbe un toccasana per i viaggiatori, per tagliare i ritardi, per potenziare gli spostamenti sulla linea ferroviaria.
«Favorire un collegamento più rapido tra Malnate e Varese e viceversa, consentirebbe di risolvere un nodo focale, di garantire l’intensificazione di collegamenti su tutta la tratta e di favorire un collegamento molto più rapido tra Varese e Milano, che credo oggi possa rappresentare un valore aggiunto essenziale per il nostro territorio», sottolinea l’ingegner Aceti.
«Il raddoppio della linea eliminerebbe infatti un imbuto».
E contribuirebbe di certo a ridurre i ritardi nel passaggio dei convogli, oltre a lanciare l’ipotesi di un diretto - e avveniristico - diretto tra Milano e Varese. Utile per avvicinare anche Milano (e Cortina) 2026.
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