COCAINA
Badante della zia di Berlusconi. E trafficante
Inutili le illustri “referenze”, quarantenne boliviana condannata a cinque anni in abbreviato

«Ero la badante della zia di Berlusconi, potrei mai trafficare cocaina?». Sì, secondo il gup Piera Bossi.
Ieri la quarantenne boliviana che a quanto pare fece da dama di compagnia a Walda Foscale, appunto zia di Silvio Berlusconi, è stata condannata a ben cinque anni di reclusione nonostante lo sconto di pena previsto dalla scelta del rito abbreviato.
A nulla sono servite le produzioni fotografiche che la ritraevano con l’ex premier durante un brindisi o a cena con Walda, le accuse di importazione di tre chili di cocaina e di circonvenzione di incapace (di cui comunque non fu vittima la novantaquattrenne defunta nel 2018) hanno retto.
Fu la guardia di finanza di Malpensa a scoprire la seconda attività della badante sudamericana. Nel 2017 arrivò un pacco di stupefacente nascosto in un filtro industriale che i cani delle Fiamme Gialle fiutarono subito. La Procura autorizzò la classica consegna controllata e i militari arrivarono in un palazzo di Milano. La portinaia era stata incaricata dall’imputata di ritirare la spedizione, ma gli investigatori avevano ormai capito chi fosse la vera destinataria della cocaina. Il telefono della donna venne messo sotto controllo e dalle conversazioni emerse anche la depauperazione dell’anziana di cui si prendeva cura. La boliviana e il compagno usavano il linguaggio farfallino, declinato a loro modo, con la consonante P al posto della F. Così venne a galla la verità sui 13mila euro (e un orologio d’oro) che aveva sottratto alla pensionata giustificando l’ammanco ai nipoti con la scusa che l’anziana le facesse spendere tutto in dolci (nel frattempo è morta allettata con piaghe e segni di malnutrizione).
«Non è vero nulla, sono anche ambasciatrice dell’ordine dei Templari cattolici, non potrei mai fare queste cose», ha provato a discolparsi in aula facendo leva sulle foto prodotte al giudice ammantata da tonaca bianca, circondata da fedeli altrettanto intonacati, con la croce sulla veste e le candele in mano. Niente da fare. L’abito non fa il monaco.
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