IL RECIDIVO
Un’arma lo incastra ancora
Ex funzionario Svad evaso dai domiciliari: arrestato da Digos e Guardia di finanza

Non è ancora stata fissata la data dell’udienza preliminare per la detenzione di un arsenale scoperto l’anno scorso che già Fabio Del Bergiolo è di nuovo in carcere: c’è ricascato l’ex funzionario dello Svad di Malpensa.
Il gallaratese la notte di domenica 11 ottobre è stato fermato dalla Digos di Varese in collaborazione con la Guardia di finanza perché non solo non era in casa come avrebbe dovuto, al regime di arresti domiciliari cui è sottoposto dall’agosto dello scorso anno, ma aveva pure delle armi con sé.
Il pubblico ministero Massimo De Filippo ha disposto il carcere e nei prossimi giorni il sessantatreenne difeso dall’avvocato Fausto Moscatelli, verrà interrogato dal gip Piera Bossi.
La sua posizione a questo punto si complica ulteriormente. Il 10 luglio del 2019 nell’appartamento in cui vive con la madre ultraottantenne la Digos di Torino trovò nove fucili da guerra, tre da caccia, due pistole da guerra, sette pistole comuni da sparo, cinque componenti di armi da guerra e 303 di armi comuni, venti baionette e munizioni come se piovessero dal cielo. C’era una mitragliatrice Scorpion con otturatore, canna e due caricatori e pure la valigetta. E ancora uno Steyer Aug che funziona a raffica, un Colt M16, un Heckler Koche G3, fucile da combattimento. Immancabile il revolver 357 Magnum Smith and Wesson, una monocolpo artigianale Flobert, calibro 6, priva di matricola. E poi un Winchester Defender - fucile a pompa - un altro che spara a raffica, un Moschetto Carcano.
Gli inquirenti erano risaliti all’arsenale di Del Bergiolo partendo dal rinvenimento di missile Matra recuperato in un hangar dell’aeroporto di Rivanazzano Terme (in provincia di Pavia), un dispositivo aria-aria, disarmato ma perfettamente funzionante, in dotazione alle forze armate del Qatar. Era conservato nel capannone di quarantaduenne di Sesto Calende residente in Svizzera.
Il gallaratese a proposito del razzo spiegò di aver solo prestato una consulenza, essendo lui un esperto e un appassionato di armi.
Nel frattempo qualche giorno più tardi gli investigatori rinvennero un’altra incredibile quantità di fucili e pistole nella sua casa in Toscana, una villetta immersa fra i boschi di Antona, frazione di Massa Carrara. C’era di tutto: un fucile, un machete, una pistola, un arco Compound con tredici dardi, una pistola, un treppiede per mitra, una balestra, undici bombe a mano (inerti).
Al gip Nicoletta Guerrero che lo interrogò dopo l’arresto, Del Bergiolo disse di essere un collezionista: «Sono un consulente, non un trafficante di armi e non ho legami politici con nessun ambiente».
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