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Ecco come Malpensa si prepara alle Olimpiadi
Milano-Cortina. Lavori entro il 15 dicembre. Attesi al T1 36mila tra atleti, famiglie e staff da tutto il mondo. Ecco le novità
                      
Attraversi uno dei primi ingressi degli Arrivi, ma vale pure per quelli delle Partenze, e non ti accorgi nemmeno che qualcosa è cambiato. In meglio. Si sa, la fretta, le porte che si aprono come sempre automaticamente, i pensieri. Però, dopo 27 anni di verde intenso sugli infissi, ecco spuntare un tenue color bronzo intorno a due ante che scorrendo scompaiono e lasciano un’apertura unica mai vista in precedenza ai gate. Ci passano anche carrelli colmi di sci e attrezzature per la neve. Già.
Siamo quasi al conto alla rovescia per l’inizio delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 - il braciere verrà acceso il 6 febbraio - e il Terminal 1 di Malpensa deve essere pronto ad accogliere in pochi giorni 36mila tra atleti, famiglie, staff e autorità provenienti da ogni angolo del mondo. Una valanga. Perciò Sea lavora senza sosta all’adeguamento della struttura. La domanda a tal punto è: si finirà in tempo, visto che gli operai hanno iniziato in primavera e manca ancora un bel po’ di roba da fare? La risposta è racchiusa nel sorriso di Riccardo Kustermann, alta sfera della società di gestione e nello specifico direttore del progetto Olimpiadi e Paralimpiadi, che non si scompone: «Tutto sta convergendo al 15 dicembre». Termine ultimo per concludere ogni intervento e presentarsi rinnovati alla Fondazione dei giochi olimpici. Ma anche e soprattutto al mondo
CANTIERI
Ora, gli ingressi ormai quasi tutti migliorati in funzionalità ed estetica, come le colonne esterne alle quali è stata fornita una particolare illuminazione, sono parte della riqualificazione da 30 milioni di euro legata all’evento sportivo.
Il Terminal 1 da mesi è disseminato di cantieri. Non soltanto questi: ci sono anche le opere del Masterplan 2039 già avviate a lotti e c’è l’adeguamento sismico (i pannelli aperti sul soffitto agli Arrivi) in corso. Insomma, è tutto un costruire, sistemare, coprire, svelare, aggiungere, togliere, di qui e al di là dei varchi. Di fianco, in mezzo, sopra e sotto, il quotidiano e altissimo flusso di passeggeri.
PROCEDURE
Ma questi lavori sono considerati un plus da Sea. «Nulla di ciò che viene fatto sarà sprecato», assicura Kustermann. «Le Olimpiadi sono un termine temporale: l’abbiamo usato per abbellire Malpensa anticipando opere in programma». Il di più è dato dalla specificità dell’evento: «Stiamo cercando di lasciare un libro delle procedure». Perché, visti i numeri attuali, accogliere 36mila passeggeri in pochi giorni non è un problema. Il problema sono i bagagli fuori misura, i carrelli sui quali mettere 30 paia di sci insieme, la necessità di tenere atleti e seguito separati dagli altri viaggiatori, l’area dove far confluire autorità e diplomatici dei vari Paesi, la garanzia di smistare nel modo giusto le attrezzature. Un meccanismo che, messo a punto questa volta, resterà come esperienza per qualsiasi altra occasione eccezionale. Farà scuola.
INTERVENTI
Quindi, non è un lifting da poco quello da ultimare in un mese e mezzo. Gli interventi, tra conclusi e no, sono tanti: cambiare la viabilità, modificare le bussole degli ingressi, spostare la fermata degli autobus, creare l’hub delle biglietterie vicino alla stazione Fs, realizzare un’area d’attesa dedicata e mobile, risagomare le colonne interne, restaurare la Sala Albinoni dedicandola al cerimoniale, allestire tre isole check-in come terminal olimpico, edificare in spazi di servizio affacciati sul piazzale due isole per bagagli fuori misura (una al satellite Nord, l’altra al Sud) in cui far confluire le dotazioni degli atleti e affidarle ai trasportatori della Fondazione Milano-Cortina. Anche i carrellini sono stati cambiati.
«Ma poi li rivenderemo», sorride ancora Kustermann, mentre gesticolando cerca di indicare le dimensioni di quanto spunterà a breve. «Nulla andrà perduto». E il Terminal 1 apparirà tutto nuovo.
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