RINVIATI A GIUDIZIO
Maltrattamenti all’asilo nido di Vanzago, in sei a processo
L’ex titolare e cinque educatrici dovranno rispondere degli episodi di violenza nei confronti dei bambini a loro affidati

Sono state mandate a processo dalla giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Milano, Daniela Cardamone, l’ex titolare e le ex cinque educatrici dell’asilo nido Baby in Wonderland di Vanzago.
EDUCATRICI ACCUSATE DI MALTRATTAMENTI AGGRAVATI IN CONCORSO
Età compresa tra i 27 e i 57 anni, le sei donne devono rispondere di maltrattamenti aggravati in concorso nei confronti di una ventina bambini, tutti di età inferiore ai tre anni, che frequentavano la struttura e che, secondo la pubblico ministero milanese Maria Cardellicchio, sarebbero state vittime di reiterate condotte prevaricatrici e di sopraffazione, nonché di sistematiche violenze fisiche e psichiche.
La giudice ha ammesso anche la costituzione dei genitori di 22 bambini. Il dibattimento prenderà il via davanti alla quinta sezione dei Tribunale penale del capoluogo lombardo a cominciare dal prossimo 14 maggio.
GLI EPISODI SOTTO LA LENTE DEI CARABINIERI
L’indagine ha preso le mosse dalle segnalazioni di alcune studentesse di un istituto superiore di Rho successivamente ad uno stage svolto nel nido di Vanzago tra marzo e maggio del 2020. Le ragazze avevano riferito alle proprie docenti gli episodi a cui avevano assistito - e cioè fatti di violenza fisica e verbale ai danni dei bambini -, che poi il dirigente scolastico aveva a sua volta ritenuto opportuno riferire ai carabinieri della Compagnia di Legnano.
Tra gli episodi messi a verbale dalle stagiste si fa riferimento una ginocchiata sferrata in pieno volto a un bimbo di circa un anno, così forte da provocargli una ferita al labbro; nonché al lancio di alcune palline e altri oggetti da parte delle maestre nei confronti di bambini che avevano appena imparato a camminare, facendoli cadere per scherno. Altri piccoli, in preda al pianto, sarebbero stati ignorati anche per mezz’ora o chiusi nella stanza della nanna fino a quando non smettevano.
Ma i carabinieri legnanesi hanno anche documentato urla, parolacce e numerose altre condotte censurabili. Per esempio, i bambini sarebbero stati fatti stare seduti a terra in modo a dir poco deciso; svegliati bruscamente dal sonnellino; o presi per i fianchi e messi in piedi senza tanti complimenti. E ancora: lasciati a dormire nei bagni, su materassi in un salone, in qualche caso pericolosamente avvolti dalle coperte fin sopra la testa.
Le indagate, che hanno già scontato la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione per un anno, hanno sempre respinto le accuse, sostenendo che le denunce delle studentesse tirocinanti sarebbero state la risposta alle valutazioni negative ricevute al termine degli stage nell’asilo nido.
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