LE VIE DEL RAGGIRO
«Mamma aiutami, mi servono 950 euro»
Sventata truffa a Casciago. La scusa del telefono guasto e il nuovo numero

Le scuse sono spesso simili ma ben sceneggiate, credibili pur nell’invenzione: il finto figlio, l’incidente simulato, comunque sempre un’emergenza imprevedibile che riguarda un nostro caro e che noi possiamo risolvere pagando. Ma bisogna fare in fretta, seguendo le indicazioni, mettendo mano al portafogli e inviando soldi o preziosi. Proprio l’urgenza dell’operazione, insieme al riferimento a un problema che riguarda una persona di famiglia e alla nostra possibilità di aiutarla, tende a far abbassare le difese a chiunque.
Ecco perché a volte non si pensa di essere incappati nell’ennesima truffa messa in atto da vere e proprie bande specializzate fuori e dentro il Paese. Delinquenti senza scrupoli, anche se non sono forse minacciosi o pericolosi dal punto di vista fisico, ma al contrario gentili e melliflui per essere ancora più convincenti.
IL COPIONE SI RIPETE
È accaduto di nuovo ma per fortuna il colpo non è andato a segno, anche grazie alla prontezza della malcapitata e dell’esercente a cui si è rivolta che ha avvertito subito la potenziale vittima dei suoi sospetti. «Signora, stia attenta, non vede che è una truffa?» Un’anziana, infatti, si è recata nel negozio mostrando quegli strani messaggi arrivati sul suo telefono: «Mamma, sono in difficoltà, ho perso il telefono e possiamo messaggiare tramite questo nuovo numero». Numero sconosciuto dal quale sono arrivate le richieste di denaro.
Una madre è sempre portata ad aiutare un figlio: la fretta, l’ansia di poter essere utile fanno il resto e si è subito pronti a dare fiducia, a credere che davvero ci sia il nostro parente dall’altro lato del “filo”, quando invece è tutto falso.
Così si rischia di cadere in trappola, spinti da continui messaggi via via più insistenti: bisogna agire, servono subito questi soldi. «Mamma, per favore, versami 950 euro sulla PostePay che ti giro, è a nome di... Cerca di fare in fretta e così risolverò tutto. Appena puoi mandami la ricevuta e così sono sicuro che sia andato tutto bene».
Questi messaggi sono ovviamente inviati a casaccio, a tante persone che spesso non hanno nemmeno dei figli, oppure che vivono con loro e capiscono subito l’inganno. Ma bastano una coincidenza, una telefonata poco chiara, una zona con poco campo o uno stato di agitazione personale per cadere in trappola. Questa volta la signora ha agito nel modo corretto chiedendo aiuto all’esercente, che ovviamente ha sentito puzza di bruciato avvisando di non procedere con l’erogazione di denaro.
INSOSPETTIRSI SUBITO
A volte non si è così fortunati: e quei 950 euro potevano già essersi volatizzati, destinati ad arricchire i truffatori di professione, sempre più scatenati nel cercare di irretire nuove vittime. I consigli sono sempre gli stessi: se qualcuno parla a nome di persone che conosciamo (un figlio, un parente, un amico), attacchiamo e chiamiamo la persona al solito numero. Se ci offrono dei soldi o dei premi, insospettiamoci all’istante, come del resto se chiedono a noi una caparra, un acconto, un versamento in contanti o telematico (nessun ente salda i conti in questo modo): se degli sconosciuti chiedono di entrare in casa, diciamo di no a prescindere. Se vogliono vedere l’oro o l’impianto idrico, neghiamo l’ingresso e contattiamo le aziende o i nostri vicini. E in ogni caso, circondiamoci di persone di fiducia, rintracciandole come facciamo sempre: e componiamo il 112 chiedendo aiuto se siamo confusi o insicuri. In quel caso, possiamo fidarci sempre di chi risponde.
© Riproduzione Riservata