L’EMERGENZA
Mancano 400 infermieri nel Varesotto, Lombardia a meno 9.000
Carenza grave sul territorio regionale. «Problema generalizzato»

I superstipendi svizzeri, il calo dell’appeal attorno agli eroi che ci hanno salvato dalla pandemia, ma anche l’aumento enorme delle responsabilità a fronte di uno stipendio, in Italia, che non è certo d’oro. Se si mixano questi elementi è semplice intuire perché gli infermieri siano introvabili. E perché le università, a partire dall’Insubria, stiano cercando di conquistare sempre più giovani alla causa. Oltre a mettere a disposizione più posti per gli studenti che hanno già affrontato il test e cominceranno a breve le lezioni.
I NUMERI
I numeri parlano chiaro. «E valgono più di ogni commento», dice Aurelio Filippini, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche (5.200 iscritti a Varese). «In Lombardia mancano 5.388 infermieri per il territorio e 3.981 per gli ospedali, quindi in totale, 9.368 infermieri, su 66mila iscritti in regione - spiega Filippini -. Sempre secondo i dati della Federazione nazionale dell’Ordine, mancano 27mila infermieri al Nord, 13mila al Centro e 23.500 al Sud». In provincia di Varese, «nei territori delle due Asst si parla di almeno 400 infermieri in meno». Non si può nemmeno ridurre tutto al «fuggi fuggi in Svizzera, perché ora il fenomeno sembra essere rientrato: temo che chi doveva andare, lo abbia già fatto». Una difficoltà che non riguarda soltanto la sanità pubblica. Gli ospedali hanno fatto parecchi concorsi e si sono accaparrati nel recente passato molti infermieri lasciando sguarnite le Rsa.
CRISI GENERALIZZATA
La crisi, però ora, è generalizzata. «Lo è a livello nazionale, la nostra Asst tutto sommato ha meno problemi di altre - dice Francesco Dentali, direttore del Dipartimento emergenza, alta specialità e medical center della Sette Laghi e presidente nazionale eletto di Fadoi, Federazione Associazione dirigenti ospedalieri Italiani -. Abbiamo organizzato vari concorsi e stiamo “pescando” dalle liste, ma il problema è generalizzato a livello italiano e lombardo, anche nei grandi ospedali di Milano si comincia a fare fatica a trovare infermieri, al punto che alcune unità operative, dopo le chiusure estive, non sono tornate a regime con i posti letto, proprio per la carenza di infermieri». In più è stato avviato a livello italiano «un dialogo approfondito tra Fadoi e l’Associazione nazionale degli infermieri di medicina».
POSSIBILI SOLUZIONI
Come affrontare l’emergenza infermieri? Una soluzione può essere quella di mettere a disposizione più posti per i corsi di laurea triennale in Infermieristica. Ed è quanto ha fatto l’Università dell’Insubria che ha aumentato la disponibilità di posti al corso di laurea: a Varese 100 anziché 75, a Como 99 anziché 74, a Busto sempre 50. «Le opportunità di lavoro sono immediate e oggi l’infermiere ha più competenze e più autonomia - spiega Fabio Angeli, presidente del corso di laurea di Infermieristica all’università dell’Insubria -. Ci attendiamo un aumento delle richieste, al di là di chi ha superato il test, comune a tutte le professioni sanitarie, e indicato come prima scelta Infermieristica». In più, per fare conoscere sempre di più le possibilità offerte dal diventare infermiere - professione che molto si è trasformata rispetto al passato -, l’Insubria ha intenzione di promuovere open day mirati e di “reclutare” nuovi studenti andando a spiegare questa professione-missione agli studenti delle superiori.
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