IL CASO
«Signor sindaco, quel gallo mi sveglia»
Vicino protesta. Il primo cittadino: anche i cani abbaiano e gli uomini parlano

Ha dell’incredibile quanto è accaduto nei giorni scorsi a Marchirolo, dove un gallo che canta ha aperto un vero e proprio caso.
Tutto ha inizio con l’adozione di un galletto da parte di una persona per completare il piccolo pollaio domestico.
La mattina successiva, il gallo fa il suo dovere: canta. È l’alba. E al sorgere del sole, come avviene da millenni, il volatile intona la sua “melodia”, con l’obiettivo di attirare le galline.
Il problema è che i vicini di casa hanno evidentemente il sonno leggero e non gradiscono la colonna sonora alle 6 del mattino. Un po’ come avviene nella scena iniziale del film Ragazzo di campagna, dove Renato Pozzetto, svegliato dal gallo, apre la finestra, lancia una scarpa e centra l’animale dicendo: «La devi smettere di rompermi le scatole tutte le mattine all’alba. Ti avevo avvisato. Gallo avvisato, mezzo accoppato».
Stavolta, però, la vicenda è vera ed è arrivata in Comune, dove il sindaco Dino Busti l’ha accolta con ironia: «Siamo venuti a conoscenza di questo inconveniente – afferma il primo cittadino, allargando le braccia -. D’altronde anche il merlo canta, il cane abbaia e l’uomo parla».
Il primo cittadino aggiunge: «Non so se si arriverà a qualche altra iniziativa formale, come un esposto, ma per quanto riguarda le normative che abbiamo controllato, il gallo può restare nel suo pollaio a condizione che sia rispettata la distanza dalle abitazioni».
Precisamente, a dieci metri dal confine della proprietà. In questo caso, la distanza è anche maggiore.
«Ma il problema – aggiunge Busti – supera il singolo episodio. Si pensi che in Comune è giunta, per esempio, la segnalazione di una persona che si lamentava dell’uva del vicino perché attirava le api. Insomma, in Italia non funziona più niente, quindi si scaricano tutte le frustrazioni sull’istituzione più vicina al cittadino, ovvero il Comune. Il novanta per cento delle questioni che arrivano in municipio riguardano infatti vicende nelle quali l’amministrazione comunale c’entra ben poco: chi deve trovare casa, chi lavoro, chi scambia il sindaco per un giudice conciliatore. Noi ascoltiamo e aiutiamo tutti, anche perché alcune questioni sono molto importanti. Ma, ormai, in alcuni casi, stiamo raggiungendo il limite». Per il gallo, invece, nessun limite sarà imposto dal municipio: per adesso potrà ancora continuare a cantare.
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