LA SCOPERTA
Carte di credito nel bosco dello spaccio
Dopo l’arresto del boss, volontari ripuliscono l’area del Rugareto per restituire l’area ai cittadini: trovati documenti e bancomat

Sindaci e amministratori locali nei boschi per verificare la situazione dello spaccio. Tanto che ieri, domenica 15 aprile, mattina il sindaco di Gorla Minore, Vittorio Landoni, ha anche annotato le targhe di alcune auto sospette mentre l’assessore all’ambiente di Marnate, Luigi Luppi, oggi consegnerà carte di credito e documenti abbandonati nei boschi, evidentemente proventi di furti.
Gli amministratori locali non abbassano insomma la guardia dopo l’arresto di uno dei boss del market della droga del Bosco del Rugareto.
«I carabinieri e, più in generale, le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccellente arrestando il boss dello spaccio di stupefacenti. Ora spetta alla comunità prendersi cura dei boschi e far sì che non proliferi la malavita. La strada è ormai tracciata, non si torna indietro».
Così ieri mattina i sindaci Landoni e Marco Scazzosi (Marnate), al termine della mattina di super pulizia del bosco del Rugareto, hanno commentato le operazioni dei carabinieri, frutto di mesi di lavoro, che sabato hanno portato al fermo di un 46enne marocchino senza fissa dimora e considerato appunto uno dei capi dell’organizzazione.
I sindaci del territorio già da tempo denunciavano la situazione nota rispetto allo spaccio, così come i residenti ormai stanchi di sopportare la criminalità legata alla droga sul territorio.
Elemento scatenante, lo scorso ottobre, era stata la denuncia di scomparsa - pareva fosse un rapimento - di Dafne Di Scipio, 21 anni: con il suo fidanzato era andata nel bosco della droga e quest’ultimo era stato vittima degli spacciatori che bruciarono la sua auto.
Da quel momento erano iniziate le ricerche: i carabinieri della Compagnia di Saronno entrarono nel bosco battendolo a palmo a palmo insieme alla Protezione civile.
La vicenda in apparenza si concluse dopo qualche giorno quando la 21enne fu trovata in un autogrill a Castronno con il marocchino 46enne: fu riconosciuta grazie a un tatuaggio e negò di essere stata rapita confermando l’allontanamento volontario (è poi stata denunciata per resistenza pubblico ufficiale, ingiurie anche ai magistrati oltre ad aver dichiarato il falso sul marocchino).
In realtà i carabinieri continuarono le indagini nel bosco: sembrava che tutto fosse fermo ma la comunità continuava a fare pressing affinché i militari dell’Arma intervenissero mentre erano impegnati in realtà in operazioni delicate e sotto copertura. Anche i sindaci pubblicamente chiesero più volte interventi, e i residenti inviarono lettere e fotografie ai giornali.
Gli amministratori locali, che non erano però a conoscenza dei dettagli, da tempo avevano però già organizzato la giornata di pulizia del Bosco del Rugareto che ieri è diventata anche una festa.
«Questo è solo l’inizio» hanno confermato i due sindaci: «Abbiamo già messo in programma altre iniziative, coordinando i gruppi di cammino dei quattro Comuni del Rugareto in modo da essere sempre presenti come sentinelle».
Ma anche pulizia costante, corse podistiche e altri eventi che già in passato ci sono stati e che sono confermati: la festa degli alberi organizzata dal Cipta e gli eventi al Mx-Park del club di motocross di Gorla Minore.
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