ROMA
Mef a Ue, golden power Unicredit tutela sicurezza risparmio

(ANSA) - ROMA, 17 GIU - La legittimazione italiana ad
intervenire ai sensi del golden power è legata alla tutela della
sicurezza pubblica, un profilo di esclusiva competenza nazionale
e che non ha alcun interferenza con la disciplina sovranazionale
prevista dal regolamento concentrazioni. E' questo uno dei
passaggi chiave della lettera che il ministero dell'Economia ha
inviato in risposta ai chiarimenti chiesti dall'Ue
sull'applicazione del Golden Power all'operazione
Unicredit-Banco Bpm.
Secondo quanto apprende l'ANSA da fonti vicino al dossier, la
risposta - che va contestualizzata con il fatto che con il
golden power il governo ha approvato l'operazione, ma con
prescrizioni - contiene risposte puntuali sui diversi aspetti:
dall'italianità dei due soggetti coinvolti, al contesto russo
che 'impone', pur senza danneggiare i pagamenti delle aziende
italiane, di uscire con asset finanziari dal Paese in guerra con
l'Ucraina.
Nella risposta il Mef spiega che ritiene "legittime" e
"fattibili" le prescrizioni introdotte all'operazione di
Unicredit su Banco Bpm. E lo fa evidenziando proprio il ricorso
al requisito della 'sicurezza nazionale' che
attiene ad ogni singolo Paese. L'operazione prevedrebbe infatti
l'unione di una massa di risparmio e di depositi gestiti per
centinaia di miliardi che fanno entrare in campo il nodo della
sicurezza economica dei risparmiatori italiani che vanno
tutelati. Questo è l'aspetto che viene considerato di maggior
rilievo rispetto a dubbio sollevato dall'Ue sul fatto che
l'operazione riguarda due soggetti italiani. Un tema che, viene
ricordato, è stato reso possibile dalla riforma del golden power
in Italia introdotta nel passato dal governo Draghi: la riforma
ha previsto che anche il risparmio rientra tra le categorie
economiche da tutelare con i poteri speciali, come le reti
energetiche, le telecomunicazioni o i collegamenti ferroviari.
Un accenno nella lettera viene anche fatto al capitale di
Unicredit, che per oltre il 60% è detenuto da azionisti
extra-europei.
La scelta di adottare il Golden Power viene spiegata
utilizzando l'articolo 21 del regolamento concentrazioni, che
veniva citato anche nelle richieste dell'Ue. Il regolamento
concentrazioni - viene argomentato dal Mef - delinea un quadro
normativo coerente con la ripartizione di competenze: l'Ue si
esprime sulle tematiche antitrust, i singoli Paesi beneficiano
di una competenza esclusiva sulla sicurezza nazionale. Il
governo italiano - viene poi assicurato - nell'esame dell'Ops di
Unicredit su Banco Bpm ha prestato estrema attenzione a non
interferire in alcun modo con le competenze di Bce, Bankitalia,
Agcom, Dg competition dell'Ue e Consob. Viene poi trattato il
tema degli asset russi della banca italiana che, secondo le
prescrizioni del Golden Power, dovrebbero essere dismessi, anche
se - in una lettera di chiarimenti inviata alla stessa Unicredit
- il ministero dell'Economia ha previsto una deroga per i
pagamenti delle aziende italiane in loco che si troverebbero in
difficoltà.
Nella lettera viene messa in risalto l'evoluzione normativa nei
confronti della Russia tenuto conto del mutato scenario
geopolitico conseguenza della guerra sull'Ucraina. L'Italia - va
ricordato - è stata parte attiva all'interno del confronto dei
vari G7 e G20 per inserire clausole che chiedono l'uscita di
asset dal Paese e che escludono la possibilità per chi rimane di
partecipare alla ricostruzione dell'Ucraina. Non esistono
ragioni - viene spiegato - per non rispettare questa
prescrizione che hanno ricadute anche a livello internazionale
oltre che di coerenza nazionale. Una posizione, quella
dell'uscita dal Paese, che tra l'altro era stata sostenuta -
durante la conferenza stampa finale a Stresa della riunione del
G7 sotto la presidenza italiana - anche dal governatore della
Banca d'Italia, Fabio Panetta. Del resto, il tema dei beni russi
rimane un punto dolente per l'Italia se si pensa che quelli
sequestrati sul territorio hanno richiesto finora circa 30
milioni di spese per la gestione, molti dei quali i, da maggio
ad oggi, per il solo mantenimento della Superjet di Venezia,
sequestrata con i suoi 5 velivoli le cui sorti solo legate alle
decisioni del Comitato per la Sicurezza Finanziaria indipendente
dal Mef e dagli altri ministeri. (ANSA).
© Riproduzione Riservata