DOPO LA SENTENZA
Mensa dei poveri, Caianiello «felice» per le assoluzioni
L’ex leader di Forza Italia nel Varesotto: «Mai accusato nessuno». L’avvocato: «Ha pagato tutto»

«Sono molto contento delle assoluzioni di chi è finito a processo solo perché era vicino a me. Le mie dichiarazioni, le mie deposizioni, i miei interrogatori non hanno mai danneggiato nessuno. Anzi, l’impianto accusatorio forse non ha retto anche grazie ai chiarimenti che ho offerto io. Non ho usato il mio patrimonio conoscitivo di decenni di politica per nuocere a nessuno, nemmeno a chi ha danneggiato me»: non ha altro da aggiungere Nino Caianiello rispetto alle sentenze della sesta sezione penale del tribunale di Milano. L’inchiesta Mensa dei poveri girava tutta intorno a lui e lo ha detronizzato, l’ex leader di Forza Italia ha patteggiato quattro anni e dieci mesi e si è fatto il carcere, «a differenza di altri imputati che hanno patteggiato e che sono stati scarcerati nel giro di poco», fa notare il suo avvocato, Tiberio Massironi. «Si sta dicendo tutto e il contrario di tutto ma la verità sta negli atti», osserva il legale.
CARTA CANTA
«Il patteggiamento per Caianiello era una via obbligata, aveva già una condanna per concussione e la procura di Milano a lui contestava molti più fatti e non singoli episodi e lui è uno dei venti imputati che ha patteggiato. Siamo ben felici per le assoluzioni, soprattutto per quelle dell’ex presidente Tigros Paolo Orrigoni e del sindaco Andrea Cassani e sia chiaro: Caianiello non ha mai accusato nessuno, si è sempre e solo assunto le proprie responsabilità. Nelle ottanta ore di interrogatorio è risultato coerente e attendibile e la stessa Dda ha capito quale fosse il suo pallino: non i soldi ma la politica. Basta leggere le carte per capire lo sviluppo dell’indagine e del processo», commenta l’avvocato Massironi. «Un’altra cosa emerge dagli atti: è un uomo estremamente intelligente, che mantiene le parole che dà».
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