L’INTERVISTA
Orrigoni assolto dopo anni d’inferno
L’imprenditore varesino: «Anche da queste cose s’impara qualcosa»

Non lo dice esplicitamente, ma (parlando al telefono mentre è in auto) Paolo Orrigoni lo lascia intuire. Anche per il proprietario della catena di supermercati Tigros, come per altri, vedasi il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, questi quattro anni di Mensa dei Poveri sono stati un inferno. Certo, la vicenda giudiziaria che nel novembre del 2019 gli è costata gli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione in concorso legata alla vicenda della compravendita dell’area dell’ex Manifattura di via Cadore a Gallarate non è ancora finita. Ma, per sua stessa ammissione «è innegabile che il risultato ottenuto in primo grado, con l’assoluzione con formula piena, non può che rendermi estremamente felice».
Orrigoni non vorrebbe dire altro, mantenendo fede alla sua condotta. Tutta nel segno del basso profilo: «In questi anni la mia linea è sempre stata quella di non rilasciare dichiarazioni, evitando di commentare, men che mai di fare polemiche. E non voglio venire meno alla consegna nemmeno in questo momento così delicato, in cui tra l’altro devono essere ancora depositate le motivazioni della sentenza di primo grado», taglia corto l’imprenditore della grande distribuzione candidato sindaco per il centrodestra alle elezioni amministrative di Varese del 2016. «Però tengo a dire che sottoscrivo dalla prima all’ultima parola le dichiarazioni rese lunedì pomeriggio subito dopo la lettura della sentenza dai miei due avvocati, Federico Consulich e Francesco D’Alessandro, e ne condivido la loro soddisfazione per il risultato raggiunto».
Intervista completa sulla Prealpina in edicola mercoledì 4 ottobre
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