IL PROCESSO
«Mi perseguita». Ma lui ha un video...
Busto Arsizio, donna fa processare l’ex amante per stalking. Ma l’uomo mostra un video intimo che smonta l’accusa

Lo mollò sui due piedi, annunciandoglielo via whatsapp mentre lui era al mare dai genitori ad attenderla. Voleva presentarla a mamma e papà e invece si ritrovò con un due di picche in mano. E non solo. Dopo qualche mese apprese pure di essere stato denunciato dalla donna che tanto aveva amato, con la più classica delle accuse: stalking. La storia è finita in tribunale ed è lì, in aula, durante la deposizione della vittima che l’avvocato Ermanno Talamone ha spiazzato tutti, giocando l’asso che teneva nella manica. Mentre la donna raccontava le persecuzioni subite da febbraio del 2017 a settembre dello stesso anno, il difensore dell’imputato ha mostrato un video piuttosto imbarazzante per la quarantenne: lei e lui in macchina, negli atteggiamenti intimi tipici di chi ha appena consumato un rapporto. L’uomo, raggiungendo la vetta massima del romanticismo, le chiede: «Ti è piaciuto?». Risposta pressoché scontata, niente di strano nell’alveo di una relazione sentimentale. Ma il punto è un altro: quel filmato (che in realtà sono due), girato dall’imputato con lo smartphone appeso sul cruscotto, risale al periodo incriminato.
Era del giugno 2017 e stride decisamente con gli addebiti di stalking. La donna - che è assistita dall’avvocato Cristina Torretta - è trasecolata, nemmeno sapeva che l’ex l’avesse filmata. Il pubblico ministero Laura Martello a quel punto ha radunato le parti invitandole a trovare un accordo ed evitare di prolungare un processo ormai minato alle basi. Ma dunque la quarantenne si era inventata tutto? Non esattamente, perché il quarantatreenne dopo essere stato lasciato dalla sera alla mattina, un po’ pressante lo era diventato. Ma le molestie sarebbero durate circa un mese, fino a settembre. Dunque serve fare chiarezza nella storia: la donna era sposata. L’incontro con l’imputato fu un vero colpo di fulmine, i due si innamorarono e decisero di iniziare una vita insieme. Pensavano già a trovare un appartamento, prenotarono le vacanze, lei ovviamente ne parlò con il marito. Nel frattempo l’imputato aveva raggiunto i genitori al Sud, per prepararli all’arrivo della nuova fidanzata. Ma proprio in quel breve periodo, la vittima cambiò idea. Sua madre e suo padre si misero di traverso e la convinsero a ricostruire la famiglia. E con un messaggio troncò la storia con l’uomo. Il quale la prese molto male. Telefonate, messaggi, insulti, minacce. Poi una trovata geniale: collocare davanti al posto di lavoro della quarantenne un cartellone che lo ritraeva in costume da bagno, con muscoli e tatuaggi in evidenza. Come dire, guarda cosa ti sei persa. Ma in fondo, una persa, cento trovate.
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