DOPO LA TRAGEDIA
Morte in cantiere, indagata presidente della Enrico Colombo di Sesto Calende
Il 28 gennaio il decesso di Maurizio Geloso a Citylife di Milano. La rabbia dei familiari e l’inchiesta per accertare eventuali responsabilità

«Non si può morire sul lavoro così, soffocato, nel 2022. Bastava che ci fosse qualcuno vicino a lui e sarebbe ancora vivo». Non nasconde il rimpianto e la rabbia per l’ennesima morte bianca uno dei fratelli di Maurizio Geloso, l’operaio di Fontanetto Po, in provincia di Vercelli, rimasto vittima a 57 anni del tragico infortunio in un cantiere edile a Citylife, in via Spinola a Milano, successo lo scorso venerdì 28 gennaio 2022. «Geloso, originario di Torino, lavorava da anni, e andava in trasferta in tutta Italia, per la Idrotermica Fragapane di Carmenate (Mb), un’impresa subappaltatrice in quel cantiere di proprietà della Enrico Colombo S.p.A., azienda leader nel mercato della costruzione di impianti tecnologici e industriali, con sede legale a Sesto Calende - spiega un comunicato dello Studio3A-Valore, a cui si sono affidati i famigliari della vittima -
LA PRECISAZIONE
Il pubblico ministero della Procura meneghina, Daniela Bartolacci, ha aperto un procedimento penale e iscritto sul registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, anche come atto dovuto per consentirle di nominare consulenti di parte per gli accertamenti non ripetibili, la presidente e legale rappresentante della Enrico Colombo S.p.A. «Non sono io il datore di lavoro dell’operaio. Non lo conoscevo, era dipendente di un nostro fornitore. E il cantiere non è nostro, noi siamo solo impiantisti», precisa Manuela Colombo, sorella del consigliere regionale Marco.
L’INCIDENTE
Quel mattino il lavoratore si trovava in un cestello elevatore d’acciaio quando, per cause che dovranno essere chiarite dalle indagini dei tecnici dell’Unità Operativa Complessa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Milano Città e dall’inchiesta della magistratura, è rimasto schiacciato tra il cestello stesso e una grande trave in cemento armato, stipite di una porta che doveva controllare. Non ci sono testimoni diretti del fatto: i colleghi lo hanno trovato solo in un secondo tempo, dopo mezzogiorno, quando ormai non riusciva più a respirare, allertando i soccorsi. L’addetto, grazie anche all’intervento dei vigili del fuoco, è stato liberato e trasportato d’urgenza in ambulanza al pronto soccorso della vicina clinica Sant’Ambrogio, dove però è spirato poco dopo.
L’AUTOPSIA
Il magistrato ha disposto l’autopsia sulla salma del lavoratore che è stata effettuata martedì 8 febbraio dal consulente tecnico medico legale incaricato dal Sostituto procuratore, la dott.ssa Faraone: alle operazioni peritali ha partecipato anche il dott. Marco Filippo Scaglione, come medico legale di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui si è affidato uno dei fratelli della vittima, attraverso i consulenti legali dott. Paolo Monti e dott. Giancarlo Bertolone, per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia. Studio3A ha anche già richiesto di poter acquisire tutta la documentazione disponibile.
Per conoscere con assoluta certezza le cause del decesso bisognerà attendere l’esito degli ulteriori accertamenti, istologici in primis, e che la Ctu depositi la sua perizia, ma di certo c’è che il decesso non è stato né traumatico né istantaneo: l’operaio non presentava lesioni. A essergli fatale sarebbe stata esclusivamente la compressione, a causa dello schiacciamento, della gabbia toracica che non potendo espandersi normalmente gli impediva di respirare. Una fine atroce e che fa doppiamente rabbia, sarebbe bastato che qualcuno intervenisse prima per salvarlo. E’ chiaro a questo punto che l’inchiesta dovrà non solo appurare se siano state rispettate tutte le misure e i piani di sicurezza nel cantiere, ma anche accertare se l’operazione che stava compiendo l’operaio dovesse essere effettuata da un solo o da più addetti.
I FUNERALI
Intanto, sabato 12 febbraio, alle 11, nella chiesa parrocchiale di Fontanetto Po, sarà dato l’ultimo salito a Maurizio Geloso.
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