LA TRAGEDIA
Morto a Luino, l’addio a Mesoraca
Domani, sabato 11 maggio, i funerali di Francesco Ferrazzo saranno celebrati nel paese d'origine

Saranno celebrati domani, sabato 11 maggio, alle 15 nella chiesa del Ritiro a Mesoraca, suo paese natale in provincia di Crotone, i funerali di Francesco Ferrazzo, il frontaliere edile di 44 anni morto nell’incidente di sabato scorso sulla Statale 344 dir fra Luino e Cremenaga (dove sono stati lasciati dei fiori, il suo cappellino e un elefante rosso). L’altro ieri è stata eseguita l’autopsia per accertare le cause della morte e quindi la famiglia può prepararsi a dargli l’ultimo saluto: per volere dei genitori, le esequie non saranno in provincia di Varese ma in Calabria. A dare l’annuncio, la compagna, il figlio, mamma e papà, fratelli, cognati e tutti i parenti. La camera ardente sarà allestita nella mattina di sabato nell’abitazione.
Ad accompagnare i familiari, sarà tutta la comunità del paese del sud, guidato dal sindaco Annibale Parise, gemellato proprio con Lavena Ponte Tresa, per la presenza di molti concittadini attivi soprattutto nelle zone di confine e in Svizzera e protagonisti della vita economica e sociale, grazie anche all’associazione che li riunisce in momenti di festa e impegno.
Ferrazzo, padre di famiglia, fino a gennaio residente a Cremenaga, da qualche tempo viveva a Maccagno, sul lago Maggiore, ma era rimasto molto legato al Ceresio per la presenza di parenti e amici. Quel giorno, intorno alle 15, era sul sedile del passeggero della Golf diretta verso Ponte Tresa, finita in una scarpata, dopo la perdita di controllo, forse in fase di sorpasso, e lo schianto contro altre tre auto. Francesco è morto sul colpo, due persone sono in prognosi riservata: per quell’episodio è stato arrestato il conducente, un quarantenne ai domiciliari nella sua casa di Luino che, in base agli accertamenti del comando della polizia locale, guidava in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Tanti territori, dal confine al Mezzogiorno, piangono «un ragazzo con cui si scambiava volentieri qualche parola mentre passeggiava per il paese con la compagna e il bambino nel passeggino, prima del trasferimento», ricorda il sindaco di Cremenaga Domenico Rigazzi.
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