L’UDIENZA
Mottarone, 25 milioni alle vittime
Prima ipotesi di risarcimento complessivo ai famigliari delle persone morte nella tragedia della funivia

Potrebbe ammontare a circa 25 milioni di euro complessivi il risarcimento spettante alle parti civili, cioè i famigliari delle vittime dell’incidente della funivia del Mottarone avvenuto il 23 maggio del 2021. È quanto emerge a margine della settima udienza dell’incidente probatorio - in corso oggi, giovedì 15 dicembre, a Verbania - disposto per far luce sulle cause dello schianto costato la vita a 14 persone.
Basandosi esclusivamente sui massimali previsti dalle tabelle di Milano, la cifra potrebbe lievitare fino a circa 34 milioni di euro, ma gli avvocati reputano quella di 25 milioni la cifra più verosimile. Sul tavolo, da alcuni mesi, ci sono già dieci milioni di euro messi a disposizione da Reale Mutua, la compagnia che assicurava Funivie del Mottarone.
Sempre oggi, a Pavia, il nonno di Eitan, l’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, ha patteggiato la condanna in relazione al rapimento del piccolo avvenuto l’11 settembre 2021.
Terminerà questa mattina al Tecnoparco di Fondotoce l’incidente probatorio per la funivia del Mottarone.
UN ANNO PRIMA DELLA TRAGEDIA
Oggi intanto è emersa una importante novità, durante l’ascolto del consulente nominato dall’avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, capo servizio dell’impianto. L’ingegnere Andrea Gruttadauria, professore associato di tecnologie dei materiali al Politecnico di Milano, ha risposto alla domanda sui tempi di rottura della fune, sui quali nella perizia non vi è indicazione certa. «Secondo le mie valutazioni almeno un anno prima del cedimento si potevano vedere i primi segni del fatto che qualcosa stava succedendo. Una prima fessurazione, con la sollecitazione continua, si è propagata avanzando fino alla rottura finale in un tempo di 12-13 mesi» ha detto Gruttadauria. E ha aggiunto: «Per quanto riguarda le cause della fatica che hanno portato alla prima fessurazione della fune, difficilmente riusciremo mai a stabilirle».
L’avvocato Perillo ha rimarcato: «In questa perizia non abbiamo ricevuto le risposte a due domande fondamentali, su come si sia rotta la fune e quando questo sia avvenuto. Credo che oggi abbiamo chiarito un punto importante».
SI RIPARTE DOMANI
Domani mattina si tornerà in aula per l’ascolto degli ultimi consulenti di parte, poi l’incidente probatorio sarà terminato. Varrà come prova per un eventuale processo. In aula, come sempre, c’erano Tadini e il direttore di esercizio dell’impianto Enrico Perocchio. Assente, anche questa volta, Luigi Nerini, il gestore dell’impianto.
Per Nerini e Perocchio l’altro giorno si è tenuta l’udienza davanti al Tribunale del Riesame sulle richieste di misure cautelari della Procura, dopo l’annullamento della prima ordinanza emessa dai giudici di Torino da parte della Corte di Cassazione. Il collegio si è riservato la decisione, che potrebbe arrivare già in questi giorni.
CAUSA CIVILE
Intanto si è aperta anche la causa civile, davanti al Tribunale di Verbania, intentata dai legali di Ferrovie del Mottarone Srl, la società di Nerini, che chiede al Comune di Stresa una somma di oltre un milione di euro. Si tratta dei canoni previsti dal contratto di gestione (nel frattempo annullato dal Comune). L’ente, infatti, si era impegnato a risarcire a rate annuali la somma anticipata da Nerini in occasione dei lavori di ammodernamento dell’impianto eseguiti tra il 2015 e il 2016. Si è già tenuta la prima udienza davanti alla giudice Vittoria Mingione. I legali di Ferrovie del Mottarone Srl hanno chiesto di non procedere con il rito sommario, ma di aprire un’istruttoria. La decisione arriverà nei prossimi giorni.
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