LA PERIZIA
Mottarone, una strage evitabile
La relazione: rottura della fune causata dal degrado reso possibile dalla mancanza di controlli

La tragedia della funivia si sarebbe potuta evitare con i dovuti controlli e manutenzioni. È quanto emerge dalla relazione dei periti sulle cause della caduta della funivia del Mottarone.
Rispondendo al quesito del Gip del Tribunale di Verbania i periti chiariscono che la causa della precipitazione della cabina è stata l’esclusione del sistema frenante con l’apposizione dei forchettoni. Hanno infatti impedito, quando si è spezzata la fune, che entrasse in azione il sistema di blocco automatico che avrebbe ancorato la cabina alla fune portante.
La rottura della fune traente, spiegano i periti, è avvenuta per un “degrado” che si è verificato all’altezza dell’innesto con la testa fusa, il punto più delicato della fune. Una situazione che si protraeva da tempo, come rilevano i tecnici: gli esami hanno dimostrato che il 68 per cento dei fili presentava segni di fatica e corrosione “ragionevolmente precedente al 23 maggio 2021”.
E qui entrano in gioco i controlli: negli ultimi mesi nessuno li aveva eseguiti. Eppure, rilevano i periti, i controlli devono essere “specifici e programmati” proprio nel punto di attacco alla testa fusa, affinché questa venga sostituita “ai primi segnali di degrado”.
Prove dei controlli non sono state trovate in alcun registro. Concludono i periti che «una corretta attuazione dei controlli stessi avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza di anche un solo filo rotto o segni di corrosione, e quindi di sostituire la testa fusa, così come previsto da norme». Rilevano anche che la tenuta del registro giornale era approssimativa e censurabile, per la mancanza di informazioni e inadempienza rispetto alle norme.
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