IN PIAZZA SAN VITTORE
Natale a Varese, torna il presepe vivente
Nel progetto curato dal regista Andrea Chiodi impegnati oltre 300 bambini
Come ogni Natale, la stella cometa torna a muoversi nel cuore di Varese. Non è una stella qualunque: è quella che chiama a raccolta una città intera, la mette in cammino e la invita, ancora una volta, a guardare il Natale da vicino, da dentro. Martedì 23 dicembre, tra la Basilica e piazza San Vittore, andrà in scena il Presepe vivente, uno degli appuntamenti più attesi e identitari del calendario natalizio varesino, capace di unire fede, teatro, volontariato e solidarietà in un unico racconto collettivo.
La manifestazione
L’edizione 2025 è la ventiseiesima e porta con sé numeri importanti: coinvolti trecento bambini e ragazzi impegnati nell’allestimento degli accampamenti dei Magi, decine di volontari adulti, un centinaio di persone al lavoro dietro le quinte, il coinvolgimento dell’associazione guide e scout dell’Aggs Varese 2 e il sostegno dell’Avsi, ong internazionale alla quale sarà devoluto il ricavato della vendita di panettoni e altri prodotti per sostenere i progetti in Ucraina, Palestina, Libano, Siria, Giordania e Italia. Il patrocinio è del Comune di Varese, in collaborazione con la parrocchia di San Vittore.
Stella cometa e Re Magi
Il cuore della manifestazione è il racconto scenico che prenderà vita alle 17 in piazza San Vittore: uno spettacolo che quest’anno sceglie il punto di vista della stella cometa e dei Re Magi, seguendo lo sguardo di chi si mette in viaggio, di chi cerca e non si accontenta di restare fermo. In scena giovani attori, molti formatisi in ambito teatrale (Piccolo Teatro di Milano), con un cast che vede Emilia Tiburzi nel ruolo dell’angelo che porta la stella, Marco Mavaracchio e Alberto Pierazzini nei panni dei Magi insieme con Antonio Perretta, Selene Scarpellini come Maria, affiancata dal figlio nel ruolo del Bambino Gesù, mentre San Giuseppe sarà interpretato da uno degli scout. «Non è un lavoro per me e non lo è mai stato», racconta Andrea Chiodi, ideatore e regista del Presepe vivente varesino. «È qualcosa che nasce come dono - assicura -. Lo faccio come volontario, come tutti, perché negli anni questa esperienza è entrata a far parte della tradizione della città e mi piace poter mettere il mio lavoro al servizio di Varese e dei ragazzi».
Ogni edizione è diversa, perché diverso è lo sguardo scelto per raccontare il mistero del Natale. «In questi anni abbiamo cambiato molte volte prospettiva», spiega Chiodi. «Siamo partiti da San Francesco e dall’invenzione del presepe, abbiamo attraversato la figura di San Giuseppe, recuperato le laudi medievali, lavorato su testi contemporanei scritti apposta per noi. Quest’anno seguiamo la stella cometa e i Re Magi: è il racconto di un cammino, di una ricerca che parla anche al presente».
Servizio completo sulla Prealpina in edicola domenica 21 dicembre
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