IL PROGETTO
Nel carcere di Varese si diventa personal trainer
Fitness e reinserimento sociale: primo corso in Italia

Fitness e reinserimento sociale: concluso con successo il progetto per Istruttori di Primo Livello nella Casa circondariale di Varese.
Il corso è stato studiato e coordinato dalla Fondazione Luigi Clerici, insieme alla Direzione ed all’Area Trattamentale della Casa circondariale con CSEN - Centro Sportivo Educativo Nazionale.
Il percorso ha avuto come obiettivo e scopo principale, volere offrire una formazione certificata spendibile nel mondo del lavoro, e di promuovere la crescita personale, il benessere psico-fisico e lo sviluppo di competenze relazionali e trasversali, fondamentali per un futuro reinserimento nella società.
Attraverso lezioni teoriche e pratiche, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di acquisire conoscenze specifiche nell’ambito dell’anatomia, della fisiologia, della nutrizione, della postura e della programmazione dell’allenamento.
Come spiegano dai Miogni, «il percorso ha offerto un particolare rilievo per rinforzare le competenze trasversali e specifiche del ruolo professionale, utili nella gestione delle attività all’interno di palestre e centri sportivi».
In un contesto articolato e particolare, come quello penitenziario, «lo sport si è rivelato un veicolo fondamentale per la disciplina, la motivazione e la socializzazione positiva - spiegano da via Morandi - Il progetto ha favorito un clima di rispetto reciproco e cooperazione all’interno dell’istituto, contribuendo a una gestione costruttiva del tempo detentivo e al rafforzamento dell’autostima dei partecipanti. Al termine del corso, i detenuti che hanno superato con successo l’esame finale riceveranno il Diploma Nazionale di Istruttore Body Building & Fitness di Primo Livello, rilasciato da CSEN e riconosciuto dal CONI».
Su richiesta del direttore Carla Santandrea e della responsabile dell’Area Educativa Serena Pirrello, Fondazione Clerici ha costruito un progetto avvalendosi di professionisti del settore, come il coach Sandro Castellana, che ha sottolineato l’importanza di supportare ogni discente, verso una futura opportunità personale e professionale, legata al mondo dello sport e del benessere.
«Il progetto è una risposta concreta, come lo sport possa essere “linguaggio universale di crescita e inclusione”, offrendo una seconda possibilità a chi vuole ricostruire il proprio futuro personale e professionale - proseguono dai Miogni -. Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di come l’istituzione carceraria, possa diventare laboratorio di crescita di opportunità soggettive, proprio perché la formazione, l’educazione e lo sport, si uniscono per aprire nuove strade per il futuro».
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