SERIE A
OJM-Pesaro, molto più che una semplice partita
In palio sabato sera a Masnago la rivincita di Coppa, i playoff e i premi della Fip per i giovani

Varese e Pesaro, due facce della stessa medaglia. Tante differenze ma anche tante analogie tra le uniche due frequentatrici attuali del “club dei playoff” senza vetrina nelle coppe europee e con tanto spazio per gli italiani.
Openjobmetis e Carpegna si contendono infatti anche il primato dell’utilizzo dei giocatori tricolori della fascia Under 26: nessuna delle due era pronosticata tra le possibili contendenti dei playoff a settembre 2022, eppure entrambe le outsider erano alle Final Eight di Coppa Italia a Torino.
Una volta era il “derby dei consorzi”, ora con Luis Scola socio forte e il Pelligra Group alle porte l’analogia è quella degli italiani.
LA CLASSIFICA DEGLI UNDER 26
Pesaro e Varese sono rispettivamente prima e seconda nella graduatoria dell’utilizzo dei giocatori italiani Under 26 (nati dal 1997 in poi) che assegna la metà dei 500mila euro stabiliti dalla Fip per chi fa giocare i prodotti dei vivai tricolori. Al premio Under 26 concorrono soltanto le cinque società che utilizzano la formula con 5 stranieri e 5 italiani (mentre per quello Under 23, riservato ai nati dal 2000 in poi, concorrono tutte le società senza distinzioni). La Carpegna guida con 1.054 minuti in 20 gare conseguiti dal trio Moretti, Visconti e Totè (più qualche scampolo del 2004 Stazzonelli). Varese insegue a quota 989 con l’utilizzo di Caruso e Woldetensae più Librizzi e Virginio, con oltre 250 minuti di vantaggio sulla terza forza Verona. L’attuale secondo posto generererebbe un introito di 62.500 euro (pari al 25% del montepremi) per l’OJM, mentre Pesaro - come prima classificata - ne riceverebbe 87.500, pari al 35% del montepremi.
ANCHE GLI ITALIANI...
Matt Brase e Jasmin Repesa hanno culture e mentalità antitetiche anche nella costruzione del roster: l’OJM all’americana gioca con quintetti dinamici, la Carpegna all’europea punta su taglia fisica stile Eurolega. Ma, pur con ricette diverse, c’è un tratto in comune: sia a Varese (con Woldetensae in quintetto e Caruso a dividersi i minuti con Owens) che a Pesaro (con Moretti in quintetto e Visconti e Totè in rotazione) gli italiani non sono comprimari ma protagonisti. Ottimizzando in tal modo risorse inferiori a chi punta maggiormente sugli stranieri e responsabilizzando giocatori che, all’interno di un sistema molto identitario, possono rendere come e più di un americano. Anche così si spiega il rendimento sopra le aspettative delle due “intruse” nella battaglia per i playoff.
LA SCELTA DELL’OJM
A dispetto della mentalità all’americana nelle strategie di gioco e di allenamento, il progetto sportivo di Luis Scola crede fortemente negli italiani. E anche il secondo step verso l’Europa sarà con ogni probabilità incentrato sul mantenimento della formula del 5+5, almeno nell’intento di aggiungere un italiano “di livello” come primo obiettivo di mercato. Nell’estate 2022 sono stati provati tanti abboccamenti - Moraschini, Flaccadori, Biligha, Bortolani - ma senza le coppe nessun “affermato” è stato raggiungibile. La priorità resta quella di consolidare l’attuale zoccolo duro tricolore e in tal senso attenzione alle evoluzioni sul fronte Guglielmo Caruso: nel mondo degli agenti si sussurra di un “assalto” da parte di Igor Crespo, che rappresenta anche Ettore Messina... L’idea dell’OJM, però, è quella di potenziare l’attuale comparto italiani, offrendo la possibilità di sfruttare le strutture del player development oltre alle coppe: i casi Woldetensae e Caruso, che Varese ha fatto esordire in serie A facendoli crescere fino al debutto in Nazionale, renderanno attrattiva la meta prealpina anche per gli italiani...
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