LA SENTENZA
Omicidio Aloisio: cinque ergastoli
Ndrangheta nel Legnanese, la Corte d’Assise d’Appello di Milano condanna, oltre a Vincenzo Rispoli, anche Silvio Farao, Cataldo Marincola, Vincenzo Farao e Vincenzo Cicino

«Siamo di fronte alle dichiarazioni di più collaboratori giustizia, da Francesco Farao ad Emanuele De Castro, fino a Francesco Oliverio, l’ex boss della cosca di ‘ndrangheta di Belvedere Spinello. E tutti, pur provenendo da prospettive completamente differenti, sono giunti alla stessa conclusione. E cioè che Cataldo Aloisio è stato ucciso per questioni connesse a dinamiche interne alla cosca di ‘ndrangheta di Cirò Marina, cosca di cui quella di Legnano e Lonate Pozzolo è emanazione in territorio lombardo». Questo uno dei passaggi chiave della requisitoria del pm della Direzione Distrettuale Antimafia Cecilia Vassena davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano al termine del quale aveva sollecitato la condanna all’ergastolo per tutti e cinque gli imputati accusati dell’omicidio del trentaquattrenne imprenditore edile originario di Cirò Marina, genero del boss Giuseppe Farao, il cui cadavere fu rinvenuto la mattina del 27 settembre del 2008 nei pressi del cimitero di San Giorgio su Legnano.
STRAVOLTO IL VERDETTO DI PRIMO GRADO
In primo grado, la richiesta del pm Vassena era stata accolta solo in parte dai giudici della Corte d’Assise di Busto Arsizio. Nel senso che solo Vincenzo Rispoli, il capocosca del locale di Legnano e Lonate Pozzolo, cugino della moglie della vittima, considerato l’esecutore materiale del delitto, fu punito con il “fine pena” mai. Oggi, giovedì 1 giugno, al termine di una camera di consiglio protrattasi per oltre cinque ore, la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha invece dato ragione senza se e senza ma al pm Vassena e al sostituto procuratore generale Daniela Meliota: non solo hanno confermato l’ergastolo a Vincenzo Rispoli, ma hanno inflitto l’ergastolo, come da richieste della pubblica accusa, anche ai due presunti mandanti dell’omicidio, Silvio Farao e Cataldo Marincola, capi della locale di Cirò Marina, così come a Vincenzo Farao e Vincenzo Cicino, rendendoli partecipi attivi nel blitz omicidiario in terra legnanese. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.
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