LE INDAGINI
Delitto di Cairate: la pista social e l’identikit dell’assassino
Scandagliati i contatti web di Andrea Bossi per disegnare la rete di relazioni che potrebbe portare sulle tracce dell’omicida
Chi ha sferrato quell’unica coltellata mortale ad Andrea Bossi? È il grande interrogativo a cui gli inquirenti stanno cercando di rispondere per identificare l’assassino. Ci sono due certezze: si tratta di un uomo - forse un giovane muscoloso, conosciuto dalla vittima, con la quale aveva trascorso parte della serata di sabato. Pare che l’assassino fosse arrivato a Cairate con la sua auto, o con un mezzo proprio, forse grazie alla geolocalizzazione fornita via whatsapp dall’apparecchio della vittima. Sui dettagli per affinare l’identikit continuano a lavorare i carabinieri del comando provinciale di Varese con i colleghi della stazione di Fagnano Olona che sono sulle tracce dell’assassino del 26enne.
CONOSCENZE E CONTATTI
Bossi era originario di Fagnano Olona e da pochi mesi era andato a vivere da solo con il suo cane nell’appartamento di via Mascheroni. Coordinati dalla procura della Repubblica di Busto Arsizio, i militari stanno ricostruendo la vita di Andrea, le sue conoscenze e i contatti, non solo quelli veri e diretti legati a lavoro e colleghi, ex compagni di scuola e amicizie nate tra Fagnano, Busto Arsizio, Valenza (dove aveva studiato da orafo) e persino la Calabria dove tornava dai parenti con immensa gioia.
IL MONDO VIRTUALE
C’è infatti anche tutta la sfera legata al mondo virtuale, i social network, da Facebook, ultimamente frequentava poco, mentre era più assiduo utente di Instagram. Ed è proprio dai social che gli inquirenti sono partiti per disegnare la rete di relazioni che, incrociando i dati, possono portare a identificare l’assassino. Fin dall’inizio è stato chiaro che il killer è un uomo, si cerca una sola persona e non ci sarebbero complici.
LE IMPRONTE
Probabilmente all’interno dell’appartamento sono state rinvenute alcune impronte dell’assassino, mentre non è stato trovato il coltello arma del delitto. Riguardo al sesso dell’assassino la prima considerazione su cui si sono basati gli inquirenti è legata al fatto che Andrea Bossi era un ragazzo alto, muscoloso, forte. E che sarebbe stato quasi impossibile per una donna fargli del male. Inoltre i vicini hanno riferito di aver sentito solo voci maschili.
FIDUCIA E CONFIDENZA
Altro elemento: il 26enne si fidava della persona che aveva fatto entrare in casa. Tuttavia, potrebbe trattarsi di una amicizia recente, non nota alla sfera dei più intimi perché sabato sera il ragazzo aveva riferito di avere mal di testa e che non sarebbe uscito. Ed effettivamente era rimasto a casa, indossava pantaloni della tuta, t-shirt e ciabatte. Anche l’abbigliamento lascia intuire una certa confidenza tra i due. Andrea non si era preoccupato di “mettersi in tiro” nonostante fosse un giovane che amava vestirsi con cura, talvolta in modo ricercato altre in modo eccentrico, era preciso e amante del bello. Al di là del rapporto di confidenza tra vittima e assassino, gli inquirenti stanno cercando anche tra i giovani italiani di seconda generazione, dal Maghreb o dall’Africa nera, e tra giovani arrivati dall’Est Europa. Ultimissima questione: l’assassino è maggiorenne e dunque ha la patente per guidare? Si era recato a Cairate con la sua auto? Probabilmente sì. Del resto fin da subito sono stati controllati varchi di passaggio e acquisite immagini delle telecamere di videosorveglianza.
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