CONTRO IL TEMPO
Il delitto di Casbeno e i 4 minuti a tutta velocità
La corsa della Polizia dopo la chiamata. Il filo diretto con la famiglia Limido

Che tra la Polizia di Stato di Varese e la famiglia Limido ci fosse una sorta di filo diretto è ormai assodato. Lo ha rimarcato anche Marta Criscuolo - moglie di Fabio Limido e madre di Lavinia, finiti nel mirino della furia di Marco Manfrinati - parlando con i cronisti all’indomani della tragedia: «Quando per qualche motivo l’antifurto di casa nostra entrava in funzione e partiva la segnalazione alla Questura - ha spiegato la donna - i poliziotti chiamavano subito chiedendo “Lavinia, tutto bene?”. La Questura era sempre pronta a correre».
PARTENZA IMMEDIATA
E anche l’altro giorno le Volanti sono corse lì. Tabulati alla mano, la richiesta di intervento è arrivata alla sala operativa di Palazzo Italia alle 12.44 in contemporanea su due linee diverse: l’una dal 118, allertato dalla centrale del Numero unico europeo 112 prima ancora che l’ambulanza fosse sul posto, e l’altra dal 112 stesso che ha inoltrato alla Questura la telefonata di un cittadino. Da piazza Libertà alla “Ecogeo”, lo studio della famiglia Limido davanti al quale s’è consumata la tragedia, c’è un chilometro di distanza: la prima pattuglia della Volante è stata localizzata sul luogo del delitto alle 12.48, ossia 4 minuti dopo le telefonate alla sala operativa.
IL COLTELLO INSANGUINATO
I poliziotti, dunque, sono stati i primi ad arrivare sul posto, trovando il 40enne con il coltello insanguinato ancora in mano. Dopo la prima “pantera”, ne sono arrivate altre tre in rapida successione: due del turno smontante - quindi in teoria arrivati alla fine del servizio, che poi ovviamente si è prolungato vista la situazione - e una del turno montante. In contemporanea sono accorsi pure gli investigatori della Squadra Mobile e i colleghi della Scientifica, che hanno subito avviato i rilievi per “cristallizzare” la scena del crimine.
IL TRASFERIMENTO IN QUESTURA
Manfrinati è stato caricato a bordo di un’auto di servizio e trasportato in Questura: qui nel pomeriggio è stato sottoposto a visita medica per valutare le ferite riportate nella colluttazione con l’ex suocero. Da Palazzo Italia è poi uscito nella tarda serata di lunedì per essere accompagnato nel carcere dei Miogni.
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