PRESA DI POSIZIONE
Omicidio Martina Carbonaro, «La responsabilità non ricada sempre sulle donne»
La Conferenza Donne democratiche della provincia di Varese denuncia: «La violenza di genere è presente in ogni contesto»

«È inaccettabile che, di fronte all’ennesimo femminicidio, vi sia ancora chi ne attribuisce la colpa alla donna che “se la sarebbe andata a cercare”. Ancora una volta si pone il tema secondo cui il dramma dei femminicidi affondi radici profonde nell’educazione: nell’educazione, sì, ma quella degli uomini». Questo il commento della Conferenza Donne democratiche della provincia di Varese dopo il femminicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dal suo ex fidanzato, di 18 anni, Alessio Tucci.
«Il giovane omicida, Alessio, ha dichiarato di aver colpito Martina perché aveva rifiutato un suo abbraccio. Qui sta la questione: nell’intendere la donna (di qualsiasi età) come oggetto di possesso e nell’incapacità dei maschi (di qualsiasi età) di accettare un rifiuto – prosegue il comunicato –. È giunto il momento di spostare il focus dalle donne agli uomini, non si può più accettare che, in maniera più o meno velata, la responsabilità ricada sempre sulle donne che per un motivo o per l’altro “se la sono andata a cercare”. Si rifletta sull’educazione dei giovanissimi uomini lasciati soli a sperimentare il loro approccio sessuale attraverso siti di pornografia online, cresciuti con l’idea di non poter manifestare le loro emozioni e i loro sentimenti, indotti a perseguire un modello di macho prepotente e forte, condizionati da un contesto culturale sociale ed economico pensato a misura di maschio. Le donne subiscono quotidianamente ogni tipo di violenza, psicologica, economica e fisica e molto spesso queste forme di violenza non sono neppure percepite e si ritengono accettabili nel senso del vivere comune. La violenza di genere è presente in ogni ceto sociale, è trasversale in ogni contesto anche quelli di alto livello di istruzione ed elevato profilo economico; ha radici profonde nell'idea di relazione non paritaria tra uomini e donne e negli stereotipi che pervadono la nostra società. La questione è educativa? Certo! Allora si chieda a gran voce che l’educazione affettiva e sentimentale sia programma curricolare nelle scuole di ogni ordine grado; ci si dissoci da quegli omuncoli che usano linguaggi, gesti e allusioni inappropriati nei confronti del genere femminile; ci si impegni affinché le ragazze possano crescere libere di fare le loro scelte e che non debbano sempre sentirsi inadeguate o in colpa. Si consolidi l’ impegno quotidiano nel tessere la rete di istituzioni, associazioni ed enti che lavorano in ambito di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. Incolpare una quattordicenne di essere causa della sua stessa morte é intollerabile. Questa è l’essenza del concetto di patriarcato».
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