LA SENTENZA
Far West al Dolce Beach: condannato
Tre anni e sei mesi a Nicolò Scali. L’amico sparò al buttafuori

Non c’è stato grande spazio di difesa: il coinvolgimento di Nicolò Scali nella sparatoria contro il buttafuori del Dolce Beach è stato ricostruito anche grazie alle telecamere. E così il gup Piera Bossi ha condannato il trentanovenne Nicolò Scali a tre anni e sei mesi più 4mila euro di multa e l’interdizione per cinque anni ai pubblici uffici.
L’amico che aprì il fuoco, Gian Luca Iannicelli, era già stato giudicato in un procedimento stralcio.
I fatti risalgono alla notte tra il primo e il 2 giugno del 2018. Stando alle indagini svolte dai carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Flavia Salvatore, quella sera Iannicelli - che fu poi difeso dall’avvocato Livio Grandis - si presentò nel locale con l’amico Scali e bevve molto. Anzi, troppo.
Alterato dall’alcol si mise a discutere con un addetto alla sicurezza al quale sferrò pure un pugno in faccia. Il cliente molesto e Nicolò Scali vennero quindi allontanati fuori della discoteca perché diventati eccessivamente molesti.
Iannicelli s’infuriò ancor di più. Per qualche istante lui e l’amico sembrarono essersene andati, ma dopo poco Iannicelli fece ritorno al Dolce Beach, armato di pistola. Puntò quindi la Beretta calibro 9 al volto del vigilante, che non solo non venne colpito ma che nemmeno si fece intimidire, avanzando verso di lui a testa alta.
Iannicelli allora esplose un altro colpo verso terra e il proiettile si frantumò raggiungendo sia il buttafuori che altri tre giovani, un ragazzo e una ragazza di diciannove anni, e un ventiquattrenne, che semplicemente avevano parcheggiato in via per Caronno, e che quindi erano del tutto estranei alla vicenda.
L’uomo - che oggi ha trentasette anni - fu arrestato pochi giorni dopo e la discoteca venne chiusa per quindici giorni ai sensi del Tulps. In una fase successiva venne iscritto nel registro degli indagati anche Scali (noto alle forze dell’ordine anche per questioni di stupefacenti spartite con il fratello gemello Mattia e il primogenito Oscar): i carabinieri fin da subito non hanno avuto dubbi sulla complicità del trentanovenne nella spedizione punitiva. E il giudice ha condiviso la tesi accusatoria.
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