MONUMENTI NATURALI
Duecento anni e non sentirli
Resiste il tiglio della libertà, fu piantato nel 1820, prima della morte di Napoleone. È ancora oggi il simbolo di Orino
«Siamo in presenza di un tiglio vetusto, ma ancora vitale e vigoroso che sarà a lungo testimone della vita e della storia del piccolo borgo».
Così si espresse un paio di anni fa Daniele Zanzi, agronomo fra i massimi esperti italiani di parchi e giardini. Venti metri di altezza, oltre tre e mezzo di circonferenza, quattrocento metri quadrati di areale e una salute di ferro: questo monumento naturale, censito per Regione Lombardia dal Parco Campo dei Fiori, proprio quest’anno spegne le sue prime duecento candeline.
Gli esperti di Fito-Consult stimano infatti che il tiglio di San Lorenzo (perché ombreggia la chiesetta cimiteriale a fianco) sia nato nel 1820 - come testimonia la targa voluta dal Comune -, cioè poco prima della morte di Napoleone e quando erano ancora ben vive le speranze innescate dalla Rivoluzione Francese.
Nell’anno delle rivoluzioni europee 1848 pare si trovasse in centro paese, dove alcuni patrioti filo piemontesi lo avrebbero innalzato quale “albero della libertà”, come si usava fare da tempo nelle terre lombarde occupate dagli austriaci e a ricordo della rivoluzione del 1789; per ordine di questi ultimi venne collocato fuori paese, proprio dove si trova ora.
Scelta poco lungimirante quanto agli scopi per cui il tiglio era stato eletto dagli orinesi, in quanto ai suoi piedi transitava, allora come oggi, la strada che portava a fondovalle e che era quindi sotto gli occhi di tanti. Il tiglio manifestò subito di trovarsi a suo agio nella nuova dimora, tanto che a due secoli di distanza mostra una vigoria eccezionale. Nel 2018 vennero eseguiti uno sfoltimento e un consolidamento necessari - dice Zanzi - «in quei punti della chioma dov’era eccessivo il carico di vegetazione». Nessun taglio vero e proprio, piuttosto un «consolidamento con cavi, mediante l’inserzione di viti passanti in legno e di cinghie per rinforzare i grossi rami cresciuti con un portamento a rischio o con presenza di antecedenti difetti strutturali».
In definitiva, il tiglio sta benone. Ha visto passare governi, personaggi importanti, intemperie d’ogni tipo e ancora ci regala, in queste belle giornate che annunciano la sua profumatissima fioritura, una visione di bellezza unica. Le statistiche dicono che un tiglio può arrivare anche a compiere il millennio: fosse anche questo il caso, il nostro albero avrebbe - paragonato ad un uomo - nemmeno vent’anni. Un giovincello, insomma, che si apre soltanto adesso alla vita e ci ricorda il valore della libertà. Buon compleanno!
© Riproduzione Riservata