OSPEDALE
Mancano160 medici
Allarme dei sindacati su organizzazione e personale: chiesto un incontro urgente con la direzione della Asst
Indennità ai dipendenti bloccate, organizzazione non ottimale, carenze di personale. Problemi in alcuni casi di vecchia data che l’emergenza Covid ha solo acuito nei quattro ospedali della Asst Ovest Milanese, Legnano in primis. Così i sindacati confederali tornano in campo per chiedere un deciso cambio di rotta e risposte certe alla direzione. A fare il punto della situazione sono stati ieri mattina Vera Addamo, segretaria generale della Fp Cgil per la zona Ticino-Olona; Enza Cirielli della Cisl Funzione pubblica Milano-Metropoli; e Alfio Bennardo della Uil Fpl Lombardia.
Uno dei temi centrali sarebbe legato alla carenza degli organici: secondo i sindacati mancherebbe oggi all’appello un buon 20 per cento del personale, che sui 4.000 dipendenti oggi in servizio significa 800 in meno. I medici sono a loro volta un 20 per cento di questa quota, quindi ne mancherebbero all’appello circa 160. Ma per lo più ci sarebbe carenza di altre figure come infermieri, operatorio socio sanitari, tecnici, e anche impiegati amministrativi. Una situazione che si sarebbe aggravata nel corso degli anni anche per la mancata sostituzione dei dipendenti che andavano in pensione. Colpa solo dell’azienda ospedaliera? No di certo: nel mirino ci sarebbe tutto il sistema sanitario regionale che ha posto dei vincoli di budget. Tuttavia quello che i sindacati confederali imputano alla Asst Ovest Milanese è una carenza organizzativa: anziché potenziare i servizi territoriali per alleggerire l’ospedale, si è andati verso un accentramento di tutte le funzioni. Da lì il problema dei carichi del pronto soccorso che così com’è va «assolutamente potenziato con un progetto preciso». Secondo Cirielli della Cisl si sarebbe originato anche un pasticcio con le graduatorie e le assunzioni a termine, con il risultato che ad essere penalizzata è stata l’attività stessa. «Anche il problema degli interventi chirurgici sospesi per il Covid è legato all’organizzazione» ha fatto eco Bennardo.
La sintesi del ragionamento è quindi questa: «Chiediamo un incontro urgente con la direzione per fare il punto su tutte le criticità. Non vogliamo avere figli e figliastri: l’attenzione deve essere sia sul pronto soccorso sia sugli altri reparti e sui servizi territoriali, che sono stati ulteriormente depotenziati. Una visione solo ospedalocentrica non va bene». «Vero - ha chiosato Addamo - che alcune questioni non sono riconducibili a una responsabilità diretta dell’azienda, ma altre sì, compresa quella della sicurezza in generale. Inoltre per il caso delle indennità il problema non è di oggi, c’era anche negli anni scorsi e ciò dimostra che non è mai stato affrontato bene. E c’è bisogno di ripristinare con la direzione delle sane relazioni sindacali. Da mesi abbiamo per esempio presentato note a cui non abbiamo ricevuto risposta».
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