SANITÀ
Liste d’attesa: «Il Comune si faccia sentire»
Fino a seicento giorni per un esame. Ordine del giorno del Pd per sollecitare la Asst a potenziare le prestazioni ambulatoriali

I tempi di attesa per gli esami medici ambulatoriali dovrebbero essere, di norma, compresi tra i trenta e i sessanta giorni, salvo le urgenze per le quali dovrebbe esserci sempre una corsia preferenziale. Lo dicono i protocolli sanitari della Regione Lombardia, ma la realtà, anche alla Asst Ovest Milanese, è diversa. Pur con variazioni (anche significative) tra i quattro ospedali dell’azienda ospedaliera (Legnano, Magenta, Cuggiono e Abbiategrasso), accedere a certi esami in tempi ragionevoli sembra una chimera (si può superare addirittura i 600 giorni nel caso dell’Ecocolordoppler).
E allora cosa resta da fare ai cittadini? Mettere mano al portafoglio e prenotare una visita privata, magari con lo stesso medico. È questo, se non il principale problema della sanità pubblica, sicuramente il più sentito dai cittadini. E proprio questo tema sarà discusso nel prossimo consiglio comunale, convocato per martedì 24, grazie a un ordine del giorno del Partito democratico.
«Le liste di attesa per accedere alle prestazioni di specialistica ambulatoriale - rimarcano i cinque consiglieri del Pd, Federico Amadei, Sara Borgio, Monica Berna Nasca, Umberto Taormina e Rosaria Rotondi - sono una criticità del sistema sanitario lombardo e anche delle strutture sanitarie della Asst Ovest Milanese. I tempi di attesa stabiliti dalla Regione, che avrebbero dovuto essere garantiti per il 95 per cento dei pazienti, sono disattesi dalle strutture ospedaliere sia per quanto riguarda la specialistica ambulatoriale che per gli esami diagnostici.
La commissione di controllo regionale ha inoltre messo in evidenza come sia costante l’aumento delle attività di erogazione di prestazioni ambulatoriali in regime libero-professionale intramoenia ed ha inoltre fatto emergere come vi siano picchi di differenza tra i tempi di attesa dell’attività istituzionale e quella appunto “intramoenia”».
E allora ecco che l’amministrazione comunale non può più fare finta di nulla, tanto più che il sindaco, oltre a essere l’autorità sanitaria locale, ha anche competenze varie in materia sanitaria in base alla legge regionale 23 del 2015 di riforma sanitaria.
Il documento presentato impegna quindi il sindaco Fratus e l’amministrazione a richiedere la convocazione dell’Assemblea dei sindaci del Distretto, a sollecitare gli organismi dirigenti della Asst Ovest Milanese a interventi specifici sulla problematica (come incentivare l’esperienza degli “ambulatori aperti” già sperimentata), e a richiedere alla Azienda stessa di “promuovere e potenziare la presa in carico delle prestazioni ambulatoriali nei tempi stabiliti dalle normative”.
Spigolando tra le cifre, scopriamo che ci sono esami clinici che si riescono a prenotare con la sanità pubblica della Asst Ovest Milanese in tempi accettabili, ma altri decisamente no.
Il record, circa 22 mesi, spetta all’ecocolordoppler degli arti. Dieci mesi invece il tempo necessario per un’ecomammografia così come per la prima visita di medicina fisica e riabilitazione. Sempre superiore ai duecento giorni anche l’attesa per l’esame del fundus oculi, l’esame complessivo degli occhi, e le visite ginecologiche.
In base ai dati ufficiali pubblicati periodicamente dalla stessa Asst Ovest Milanese, servono poi 158 giorni per avere una prima visita urologica e 152 per una risonanza magnetica al cervello. Una visita dermatologica? In media 152 giorni. Scorrendo i dati, va un po’ meglio per colonscopia (97), prima visita gastroenterologica (80), prima visita diabetologica (52) e prima visita endocrinologica (33).
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