L’IDEA
Un ostello alla Badia di Ganna: servono 900mila euro
La Provincia a caccia dei fondi per realizzare il progetto

Si realizzerà un ostello nel complesso della Badia di Ganna? Forse sì, perché il progetto è stato inserito tra quelli che richiederanno un finanziamento all’interno della linea delle “Aree interne” di Regione Lombardia. Lo annuncia Marco Magrini, presidente della Provincia, l’ente proprietario del sito religioso. «Tra le varie proposte che abbiamo presentato - dice - c’è anche questa, per cui abbiamo chiesto un contributo di 900.000 euro per realizzare una struttura ricettiva da circa 30-40 posti».
Bisognerà vedere se l’ipotesi andrà in porto, ma di certo da qualche tempo attorno alla Badia di Ganna si sta vivendo un discreto fermento rivolto a un rilancio, rispetto agli anni precedenti quando, oggettivamente, questo gioiello ha vissuto un periodo con delle potenzialità ancora inesplorate.
Innanzitutto anche se, ancora oggi, non ci sono “fiumi” di turisti, il passaggio di visitatori da questa zona del Varesotto è in netto aumento grazie, per esempio, al progetto della Via Francisca del Lucomagno che, in uno dei suoi primi tratti su territorio italiano, passa proprio da qui. Di conseguenza, i “pellegrini” hanno la necessità di ristorarsi e dormire da qualche parte e nei pressi della Badia di Ganna ci sono dei locali a disposizione, chiaramente da ristrutturare. Da qui, quindi, nasce l’idea dell’ostello che funziona molto, per esempio, nei paesi dell’Europa centrale, come la Svizzera.
LA FINE DEL RESTAURO
Nel frattempo, da qualche mese è tornata a splendere la chiesa della Badia di Ganna, fulcro della fede e dell’arte situata all’interno del monastero-ospizio risalente a quasi mille anni fa. Qui, infatti, prima del restauro presentato nel dicembre scorso, l’edificio aveva un’atmosfera cupa, buia che regalava ugualmente una certa intimità ma, di certo, non ne esaltava la bellezza. Ora, a seguito ai lavori eseguiti, il colpo d’occhio è decisamente diverso ed entrandovi, soprattutto per chi se la ricorda com’era prima, sembra di essere al cospetto di una sorta di resurrezione.
Adesso a spiccare, per esempio, c’è l’affresco di San Gemolo, il martire a cui è dedicato il complesso: situato sopra l’ingresso, prima lo notava soltanto chi conosceva la sua pozione. Oggi, invece, si possono ammirare anche i più piccoli dettagli: come il collo sanguinante di San Gemolo a cavallo, dopo che, come narra la sua storia, gli fu mozzata la testa per poi raggiungere Mondonico, dove morì. Oppure si può restare ammaliati di fronte all’affresco più antico della chiesa, un volto di Cristo sulla navata destra, la stessa dove si trova un’altra pregiata raffigurazione, quella della Madonna della Misericordia. L’intervento è stato realizzato dalla Parrocchia, grazie agli uffici della Curia di Milano e al contributo economico dell’8xMille alla Chiesa cattolica della Conferenza episcopale italiana (Cei) e della Fondazione Lambriana. La prossima novità sarà quella dell’ostello?
© Riproduzione Riservata