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Jacopo Palermo: «Oggi dobbiamo evitare di consumare altro suolo»
Il direttore della divisione Real Estate and Construction di TEHA Group: «Stiamo lavorando per definire indicatori che valutino l’impatto sociale dei progetti»

Ingegnere con una lunga esperienza internazionale nelle infrastrutture e nell’immobiliare, Jacopo Palermo guida oggi la divisione Real Estate and Construction di TEHA Group. Al centro del suo lavoro: la rigenerazione urbana, intesa come trasformazione sociale, economica e culturale.
Ingegnere, ci racconta il suo percorso professionale?
«Ho iniziato lavorando nelle infrastrutture, in Italia e all'estero, occupandomi di ferrovie, dighe, metropolitane e opere civili. Successivamente ho ampliato la mia esperienza allo sviluppo immobiliare e alla finanza immobiliare. Prima di entrare in TEHA Group, sono stato per diversi anni CEO di un gruppo industriale specializzato nello sviluppo di Smart District, lavorando sulla rigenerazione a scala di quartiere».
Di cosa si occupa oggi inTEHA Group?
«Guido la divisione Real Estate and Construction. Siamo un think tank che si occupa di advisory, valutazione dell’impatto economico e sociale dei progetti, stakeholder engagement con operatori privati e decisori pubblici, posizionamento strategico degli investimenti attraverso pubblicazioni ed eventi».
Può citarci un progetto emblematico?
«CityLife a Milano è un esempio virtuoso: un intervento che ha trasformato un’area dismessa in un vero quartiere attrattivo. Altro progetto interessante è la proposta per la copertura dei binari a Cadorna, a Milano, nell'ambito del progetto Fili: un intervento di rigenerazione urbana e di ricucitura del tessuto cittadino».
Come interpreta il concetto di sostenibilità nella rigenerazione urbana?
«La rigenerazione risponde a un principio fondamentale: non consumare nuovo suolo. Inoltre, ha un enorme impatto sociale positivo: migliora la sicurezza, ricuce il tessuto urbano e restituisce luoghi alla comunità. Proprio in tal senso stiamo lavorando anche alla definizione di indicatori per misurare l’impatto sociale».
Guardando alla provincia di Varese, con oltre 600 siti da rigenerare, che prospettive vede?
«È una grande opportunità. Non si tratta solo di recuperare spazi, ma di attivare investimenti che portano crescita economica e coesione sociale. La rigenerazione deve essere pensata sul medio-lungo periodo, con una strategia condivisa tra pubblico e privato».
Chiara Volontè
2,7
euro
Per ogni euro investito nella rigenerazione urbana di aree dismesse si ottiene un valore tra i 2,5 e i 2,7 euro. A conti fatti, il business
è evidente
«La rigenerazione urbana cambia le città in meglio:
perché migliora
la sicurezza, ricuce
il tessuto urbano
e restituisce
luoghi alla comunità»
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