L’ALLARME
Invasione di conigli nel parco
Gli agricoltori: sono pericolosi e causano gravi danni. Coldiretti: «Bisogna catturarli»

Incontrarli lungo i sentieri e i vicinali di campagna è sempre un vero piacere: sono graziosi e simpatici.
Per l’agricoltura, invece, sono una vera piaga. Stiamo parlando delle centinaia di conigli e minilepri che affollano ormai l’intero territorio del parco locale di interesse sovracomunale del Roccolo esteso sui comuni di Arluno, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Parabiago e Nerviano.
Non c’è area nel Plis che ne sia priva, e molte zone boschive sono dei veri “gruviera” a causa delle loro innumerevoli tane scavate nel terreno. La loro è una vera invasione. «È un problema serio - conferma Ivana Pisoni, rappresentante locale di Coldiretti - Non abbiamo dati numerici sul fenomeno, perché non si è mai fatto un controllo di quel tipo, ma basta avventurarsi tra i campi per vedere che la popolazione dei conigli è in continuo aumento. Purtroppo rovinano le colture e fanno danni a dismisura per noi agricoltori. Gli enti preposti non stanno facendo niente».
Per rendersi conto di quanti siano basta fare quattro passi nel Roccolo: se fino a 10/15 anni fa se ne vedeva occasionalmente qualcuno, ora se ne notano a decine. «Non solo fanno danni alle colture e ci sono aziende a Parabiago che hanno davvero sofferto per la loro presenza - continua - ma sono molto pericolosi anche per i canali di irrigazione, visto che rovinano gli argini scavando. Causano gravi ripercussioni, anche economiche, sui cicli agricoli».
La piaga si trascina da anni, tanto che, in passato, erano stati gli agricoltori degli altri parchi sovracomunali della zona, come quello dei Mughetti (nella zona di Cerro Maggiore) a lamentarsi. Oltre alla questione agricola, i conigli rappresentano un problema serio anche per la sicurezza stradale. Specie di notte, gli animali sono soliti sostare proprio ai margini delle strade provinciali, dove spesso si “corre” a velocità intorno ai 90 chilometri orari. I conigli talvolta sbucano fuori all’improvviso e per evitarli si rischiano incidenti anche gravi. Le soluzioni ci sarebbero, ma come spesso accade rischiano di scontarsi con chi vede di buon occhio l’invasione di questi pur sempre simpatici animaletti.
«I predatori ci sono - conclude la Pisoni - qualche volpe c’è, ma non bastano. Bisognerebbe fare delle catture mirate oppure dare la possibilità ai cacciatori di catturarli. O, ancora, evitarne la riproduzione con la castrazione chimica. So che sono argomenti molto impopolari ma per noi agricoltori sono davvero un problema».
© Riproduzione Riservata