TRAGEDIA E INCHIESTA
Morte di Bianca e Pietro, indagini chiuse
Per l’incidente sul Sempione si profila un concorso di colpa

Pietro morì sul colpo, Bianca rimase in agonia per nove giorni e poi seguì il suo stesso destino.
Era il 2 agosto quando la Kawasaki Ninja su cui viaggiavano si scontrò con una Cinquecento, a quattro mesi di distanza il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha chiuso le indagini: a processo per duplice omicidio colposo, salvo nuove produzioni documentali che possano mutare l’opinione del pm, finirà la trentunenne che quella domenica intorno alle 19 guidava l’utilitaria. Ma la sua allo stato delle indagini pare una responsabilità parziale, perché la consulenza cinematica e soprattutto l’esame tossicologico hanno evidenziato un concorso netto di Pietro Calogero nella tragedia davanti al Carrefour. Per Bianca invece si è escluso da subito ogni assunzione di sostanze psicotrope.
A quanto pare il ragazzo conduceva la moto sotto l’effetto di stupefacenti, la quantità di Thc rilevata nel sangue depone per la tesi dell’alterazione psicotropa. E forse proprio perché non del tutto reattivo agli stimoli avrebbe sbadatamente superato la linea continua.
Dal canto suo la trentunenne eseguì una manovra azzardata: proveniva da Legnano, in direzione Nerviano, e quando si trovò il supermercato sul lato sinistro del Sempione svoltò nella bretella che porta al parcheggio ma che si trova nell’opposto senso di marcia.
Pietro arrivava in sella alla Ninja con Bianca Ballabio dalla stessa direzione. Quando si accorse che la Cinquecento stava girando nonostante il divieto cercò di evitarla superandola sulla sinistra. Non ci riuscì. Nell’impatto Bianca venne sbalzata dall’altra parte della Statale, lui invece finì con la testa sotto l’auto e morì sul colpo. La ventenne fu sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico ma rimase sempre in condizioni drammatiche. L’11 agosto spirò all’ospedale San Gerardo di Monza.
I due ragazzi erano così conosciuti e amati in tutto il Legnanese che lo strazio dilagò in un crescendo di frustrazione perché nella disgrazia tutti speravano che almeno Bianca potesse sopravvivere. Addirittura i Muse, rock band britannica che la studentessa di medicina idolatrava e che seguiva sempre attaccata alle transenne con una vistosa parrucca rosa shocking, rimasero sconvolti. Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominica Howard in un tweet condivisero il dolore della famiglia: «Siamo devastati dalla notizia della morte di una delle nostre più grandi fan. Ci mancherai».
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