L’APPELLO
Parco Alto Milanese: «Fermate lo scempio»
Ambientalisti contro la Regione dopo il taglio delle robinie

Non si placano le polemiche per il taglio degli alberi al Parco Alto Milanese. Volontarie e utenti dell’area verde sono ancora sul piede di guerra: «È uno scempio – protestano, senza mezzi termini -. Stanno tagliando a più non posso. Fa male vedere queste scene».
L’intervento, come ha spiegato nei giorni scorsi Davide Turri, presidente del Cda del Parco Alto Milanese, è stato regolarmente autorizzato dalla Regione. Non c’è nulla di irregolare o abusivo, dunque, nell’abbattimento del filare composto da una quarantina di robinie (che in teoria dovrebbero ricrescere in tempi non eccessivamente lunghi). Ma gli ambientalisti contestano proprio le normative vigenti: «Bisogna cambiarle, non si può permettere che le piante vengano abbattute in questo modo».
Della vicenda si sta interessando anche Legambiente Busto Arsizio: «Ci stiamo attivando per effettuare una mappatura delle piante che sono state tagliate – fa sapere Paola Gandini, presidente del circolo di Busto del “Cigno Verde” -, in modo da fare una segnalazione ai carabinieri forestali, i quali possono verificare che siano state concesse tutte le autorizzazioni. Ma vogliamo anche chiedere un incontro agli uffici preposti della Regione per capire se si possano rivedere almeno in parte i criteri per le concessioni delle autorizzazioni. È vero che sono boschi cedui – osserva Gandini -, ma il fatto che vengano tagliati tutti insieme nello stesso periodo è discutibile. Anche perché ci vorrà parecchio tempo prima che le piante ricrescano».
Per Legambiente, esiste anche un problema di comunicazione tra il Pirellone e gli enti: «La Regione concede le autorizzazioni – sottolinea Gandini -, ma non è tenuta a informare i Comuni o, in questo caso, il consorzio del Parco Alto Milanese. Era già successo qualcosa di simile al Parco delle Roggie. E così ci si ritrova di fronte al fatto compiuto». Il presidente del Pam ha recentemente assicurato che i tagli (effettuati su terreni privati) sono tutti autorizzati. «La nostra attenzione al verde è massima» ha garantito Turri. Ma sempre più utenti dell’area verde si dichiarano “choccati” per gli ultimi tagli. E lanciano l’allarme: «Di questo passo dove si andrà a finire? Il Pam è l’unico grande polmone verde rimasto in città». La polemica divampa anche sui social network: «È una prassi che si ripete ogni anno – scrive un fruitore del parco -. Basta guardare in mezzo alla boscaglia per notare tantissimi tronchi mozzati. Eppure ad ogni ingresso è affisso un cartello che dice di non raccogliere i fiori, di non camminare fuori dai sentieri e di rispettare la natura». Consigli che “striderebbero” con l’abbattimento delle piante.
Intanto Legambiente BustoVerde contesta anche le recenti potature che stanno interessando la città. «In via Ippolito Nievo ci sono le gemme aperte – nota Paola Gandini -, e gli standard tecnici europei dicono chiaramente che quando la gemma è aperta non è il caso di potare». In base a questi standard (pubblicati da Sia, Società italiana d’arboricoltura), «la potatura non dovrebbe essere eseguita nel periodo di post-dormienza delle piante, tra la rottura delle gemme e il completo sviluppo delle foglie».
«Ora gli alberi stanno fiorendo, sarebbe stato opportuno intervenire prima» osserva la presidente di Legambiente BustoVerde. La posizione dell’assessorato al Verde e all’Ecologia è nota: «Le potature erano state programmate da tempo, e vengono effettuate sotto la supervisione di agronomi professionisti».
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