DOPO LE POLEMICHE
Patatina “blasfema”: Amica Chips si scusa e ritira la pubblicità
L’azienda: «Non volevamo deridere l’Eucarestia». Critiche erano arrivate dal collegio Rotondi di Gorla Minore e dall’assessore regionale Caruso

Nessuna volontà di «offendere le convinzioni morali, civili e religiose» degli spettatori: Amica Chips S.p.A. reagisce così alle polemiche sollevate dallo spot intitolato Il divino quotidiano, in cui una patatina viene somministrata al posto di un’ostia durante una funzione religiosa. Amica Chips sottolinea inoltre che la campagna, già bloccata dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, non andrà più in onda.
LA NOTA DELL’AZIENDA
«Non crediamo sia questa la sede per entrare nel merito dello spot, anche in ragione del fatto che lo Iap ha già notificato l’ingiunzione di desistenza alla sua diffusione e confidiamo che in un confronto sereno e costruttivo con detto organo si possa trovare una soluzione in grado di spiegare le ragioni di tutte le parti interessate», spiega l’azienda in una nota. «Vogliamo però ribadire con fermezza che non era - e non è - nostra intenzione, come contestato dallo Iap, “offendere le convinzioni morali, civili e religiose”. Lo spot pertanto non verrà più messo in onda».
«La nostra famiglia, che ha fondato e dirige tutt’oggi l’azienda, non ha mai inteso deridere il senso profondo dell’eucaristia in quanto cattolica e credente», conclude la nota della società.
IL CASO AL COLLEGIO ROTONDI
Nei giorni scorsi la polemica era montata anche per effetto di quanto avvenuto nel Varesotto. Don Andrea Cattaneo, il rettore del collegio Rotondi di Gorla Minore, aveva vietato la vendita delle patatine all’interno dell’istituto. «A volte servono anche questi piccoli gesti per dimostrare il nostro disappunto», aveva annunciato con un post sui social.
Anche l’assessore alla Cultura di Regione Lombardia, Francesca Caruso, si era schierata dalla parte del rettore: «Il suo gesto simbolico, messo in atto in uno degli istituti cattolici più antichi d’Italia, è un allarme che non può essere inascoltato».
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