TESORI A RISCHIO
Pesche di Monate, la crisi è grave
Il sindaco: «Norme fiscali e sanitarie esagerate per piccole imprese». Sempre meno le aziende attive

Le pesche di Monate rischiano di scomparire? Sono tanti i segnali negativi che preoccupano amministratori pubblici e produttori sul futuro di una eccellenza che vanta trecento anni di storia. Il sindaco Andrea Colombo, sulla realtà negativa che soffoca i produttori (ufficialmente sono rimasti in tre) spiega che «l’assottigliarsi delle aziende si è fatto drammatico negli ultimi anni a causa degli impegni burocratici a cui si devono assoggettare le imprese per rispettare le normative fiscali e dell’Asl. Servirebbero delle deroghe per questo tipo di attività agricola di nicchia com’è quella delle “Pesche di Monate”. Infatti non si può paragonare un’attività artigianale come quella del produttore di pesche e quella di un’industria alimentare. Servono delle deroghe o una legislazione “ad hoc”, altrimenti c’è il rischio che questo prodotto sparisca dal mercato agroalimentare». «La storia del nostro paese - aggiunge - conferma che negli anni ‘70 e ‘80, in estate, tantissimi travedonesi venivano impiegati nella raccolta delle pesche per un paio di mesi a supporto delle imprese». Anche il vicesindaco e assessore all’agricoltura e ambiente Laura Bussolotti, commenta con preoccupazione l’impoverimento progressivo dei produttori di “Pesche di Monate”. «L’abolizione dei voucher, insieme a normative più stringenti sia fiscali sia sanitarie, hanno costretto molti produttori a cessare l’attività per via dei costi insostenibili». A queste difficoltà si è aggiunta quest’anno una stagione negativa a causa del maltempo che ha danneggiato molte piante e reso invendibile una parte del prodotto.
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