IL CASO
Nuovo sversamento nel Ceresio
Densa schiuma bianca verso la dogana. Dopo la denuncia dell’ambientalista Ippoliti, il sindaco Jenny Santi chiama l’Arpa

Appena risolta una fonte d’inquinamento nel Ceresio, ecco che ne spunta subito un’altra.
E a sottoporla all’attenzione di carabinieri e amministratori è, anche questa volta, l’ambientalista Carlo Ippoliti, rappresentante dell’associazione VerdeAzzurro.
Dopo avere in qualche modo sanato l’inquinamento alla foce del Vallone, accanto alla palazzina polivalente di piazzale Luraschi, da alcuni giorni una schiuma bianca e spessa, alta, in alcuni punti, fino a 50 centimetri, sta devastando il tratto di sponda lacustre dalla fine della passeggiata a lago verso la dogana.
«In realtà questi versamenti nel Ceresio sono presenti da alcune settimane - spiega Ippoliti -, ma in questi giorni sono peggiorati. Sembra quasi che i due inquinamenti si siano dati il cambio, passando dalla parte sinistra alla parte destra del lago. Qui però, vicino al confine, la schiuma è ben più spessa e alta che alla foce del Vallone. Dai miei controlli risulta che dalla parte svizzera del lago non esistano».
In effetti i controlli di Ippoliti sono incessanti. «I miei raid al lago avvengono 365 giorni all’anno - specifica l’ambientalista -, dal lunedì al venerdì dalle 5 alle 6. Però vado a farmi un giro anche il sabato mattina, dalle 7 alle 8, e la domenica pomeriggio». Quasi un secondo lavoro per Ippoliti, al cui occhio, potenziato dall’obiettivo del cellulare, nulla pare sfuggire. Come era successo per l’inquinamento del Vallone, anche ora le sue segnalazioni sono state inviate ai carabinieri del gruppo forestale di Arcisate e al sindaco di Porto Ceresio Jenny Santi.
«Vista la situazione, ho chiamato personalmente Arpa», afferma il primo cittadino, «e già hanno ipotizzato che si tratti di un fenomeno naturale, vista la stagione e la presenza delle alghe, tuttavia ho chiesto che venisse fatto ugualmente un campionamento per chiarire, senza dubbi, la causa della formazione schiumosa. Ci vorrà qualche giorno per avere il risultato». All’apparenza, però, sembra proprio schiuma da detersivo, difficile pensare a un fatto di carattere naturale. «Qualche settimana fa», aggiunge Santi, «si era già verificato un fenomeno simile a Porto e, in quel caso, l’analisi aveva dimostrato che non c’era presenza di tensioattivi, quindi era stata ipotizzata la causa naturale. Ho notizia di avvistamenti di schiuma anche nel versante elvetico».
Nel mese di settembre una schiuma simile - la cosiddetta “panna di lago” - aveva destato molta preoccupazione sul lungolago di Luino. «In quel caso l’assessore all’Ambiente Alessandra Miglio aveva spiegato che il lago aveva iniziato la sua fase di destratificazione termica», conclude il sindaco portoceresino, «ovvero, dato il cambiamento di temperatura, le alghe che si trovano in profondità vengono portate in superficie e danno origine questa specie di infiorescenza simile a schiuma. Per conoscere la verità nel caso del nostro lago, occorre però aspettare l’esito delle analisi».
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