AL MEETING
Predazzi presenta a Rimini il “Villaggio Alzheimer”
Il progetto, insieme con la Fondazione Il Melo, si propone di non isolare i malati, ma inserirli nel tessuto urbano e sociale della città

Gallarate fa scuola al Meeting di Rimini. Il gallaratese Marco Predazzi, il «dottore dei vecchi» – come lui stesso ama definirsi – che è stato tra i fondatori della casa di riposo Il Melo e che oggi è responsabile dell’esperimento che ha portato un gruppo di malati di Alzheimer a vivere non in una Rsa, ma all’interno dell’albergo di piazza Risorgimento, ha parlato nei giorni scorsi davanti alla platea dell’evento organizzato da Comunione e Liberazione. Lo ha fatto per illustrare il progetto in corso a Gallarate e il suo proseguimento previsto a Casorate Sempione, dove Predazzi e la “Fondazione Il Melo - Luigi Figini” stanno cercando di costruire un vero e proprio villaggio dove permettere ai malati di demenza di vivere seguiti sì, ma non in stanze d’ospedale e non in un luogo separato dal resto della città. Piuttosto in case vere che comunicano con il resto del paese. «Anche i mattoni possono avere un’anima», ha detto a Rimini il gallaratese.
UN LUOGO PER I MALATI
Predazzi è intervenuto come ospite all’incontro “Una strada di speranza nel cammino della memoria” dedicato alla cura delle persone con decadimento cognitivo. Con lui sul palco Rabih Chattat, professore di psicologia clinica all’Università di Bologna, e Patrizia Mecocci, direttrice della Struttura complessa di Geriatria e professoressa di Gerontologia e geriatria all’Università degli Studi di Perugia. A Predazzzi il compito di parlare di quella che lui indica come la prospettiva a cui tendere per evitare che le persone colpite da demenza trascorrano anni e anni in strutture molto più simili a un ospedale che a una casa. Nella cura dei malati, ha ricordato il gallaratese, finora «per quanto riguarda la relazione il semaforino è verde. Per quanto riguarda le attività educative e animative il semaforino è giallo perché forse abbiamo anche esagerato. Invece il piatto piange totalmente per quanto riguarda l’ambiente. In trent’anni il massimo che abbiamo fatto è stato mettere la carta da parati sulle uscite di sicurezza o qualche sporadico giardino dove i malati di Alzheimer possono girare in tondo».
ORIZZONTE FINE ANNO
Il Villaggio Alzheimer che Predazzi ha illustrato a Rimini è invece un vero e proprio quartiere, con tanto di negozi, aperto a chi sta fuori. È stato pensato come sbocco dell’esperimento che è in corso ormai da anni all’interno dell’Hotel Astoria di Gallarate, che ha messo uno dei suoi piani a disposizione degli ospiti della fondazione. Le difficoltà pratiche per avviare i lavori di costruzione del villaggio a Casorate non sono state poche e ora l’orizzonte a cui il medico guarda per l’inizio del cantiere è fine 2025 – inizio 2026. Proprio i tempi lunghi della burocrazia e del reperimento dei fondi necessari, fino ad ora, avevano spinto Predazzi ad essere cauto. «Quest’anno non ho voluto parlare del Villaggio Alzheimer da nessuna parte, solo a Rimini», ricorda il medico.
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