L’EVENTO
Premio Anemos: il coraggio delle donne
Testimonianze dall’associazione contro la violenza di genere. Benemerenze alle vittime, premio ai volontari e performance attive

Un no corale per dire basta alla violenza contro le donne si è alzato sabato 16 novembre dall’auditorium di Sant’Ambrogio, dove è andata in scena la terza edizione del premio Anemos. Anemos è l’associazione contro la violenza di genere, lo stalking, il bullismo e il disagio sociale presieduta in Lombardia da Anna Marsella, vulcanica organizzatrice dell’evento.
I PROTAGONISTI
Una maratona di testimonianze, un collage di voci, un susseguirsi di performance artistiche. Tanti stimoli per “inquadrare” la violenza e cercare delle soluzioni, così che «dalle lacrime spunterà anche il sorriso della speranza», come ha detto Chiara Milani, conduttrice della serata. Tante le autorità in sala, tra cui l’onorevole Maria Chiara Gadda, il consigliere regionale Emanuele Monti, la consigliera Romana Dell’Erba, l’assessora comunale Rossella Dimaggio.
LE TESTIMONIANZE
Difficile contenere l’emozione nel vedere tante donne portare sul palco il proprio vissuto e trovare le parole per raccontarlo. «La violenza di genere non è un fatto personale, ma culturale» ha affermato Giovanna Ferrari, mamma di Giulia Galiotto, uccisa a 30 anni dal marito, che ogni giorno si batte contro quella «tendenza di trovare colpe nella vittima». Dietro alle donne uccise sono stati lasciati spesso degli orfani. Come Giuseppe Delmonte, di Albizzate, presidente dell’associazione Olga, dedicata alla madre uccisa. E Alessandra Cuevas, oggi presidente dell’associazione Teresa Buonocore, che ha detto: «Quando ho perso mamma ho pensato che la mia vita fosse finita. Avevo 13 anni. Ho fatto moltissima psicoterapia, ho recuperato, adesso parlo con i ragazzi perché non voglio che ci siano più “Alessandre”, questa è la mia battaglia».
L’APPELLO
Anche le istituzioni sono chiamate a fare la propria parte. Dopo un 2023 in Italia caratterizzato da 120 femminicidi, tra cui alcuni eclatanti, nel 2024 gli omicidi di donne sono in calo del dieci per cento e si attestano intorno agli 80. «Diminuiscono i reati in famiglia e i reati in senso stretto, ci sono segnali di speranza, ma dobbiamo investire di più sulla famiglia sulla scuola, sulla politica e sulla società civile» ha detto Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.
L’EVENTO
Il format dell’evento vuole che si alternino la consegna delle benemerenze alle vittime, i premi a chi è attivo a vario titolo per arginare il fenomeno della violenza di genere e performance artistiche. Le forze dell’ordine hanno un ruolo fondamentale, da qui il premio a Silvia Nanni, ispettrice della Polizia di Stato, che ha richiamato tutti al senso di responsabilità citando Sartre: «Siamo tutti responsabili di quello che non siamo riusciti ad evitare». Anche il mondo del lavoro è chiamato a fare la propria parte. Non a caso un riconoscimento è andato anche a Confapi Varese - con il presidente Marco Tenaglia e a Chiara Barbieri di Confapi Donna - per la valorizzazione delle donne in azienda.
LE ASSOCIAZIONI
I volontari sono in prima linea, come quelli della Croce Rossa (da qui la scelta di premiare il presidente nazionale Rosario Valastro) e tutti coloro che operano nei Centri Anti Violenza: Eos, Icore e Felicita Morandi per citare i presenti. Tra i premiati anche il criminologo Franco Posa, che contribuisce alla ricerca scientifica con i suoi studi sul comportamento umano.
Anche le arti, come il cinema o il teatro, lanciando messaggi di resilienza, possono offrire speranza per la tutela delle fragilità. Da qui il premio all’attrice pedagogista Michela Prando e all’attore Fabio Massa (sul palco con il piccolo Cristian), che ha detto: «Mi ha colpito la forza dei racconti. Oggi essere qui significa avere speranza». La strada è tracciata, bisogna andare avanti e farlo insieme.
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