TRUFFA
Reddito di cittadinanza, Bossi jr davanti al gup di Busto Arsizio
Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per il figlio del Senatùr

I venti giorni canonici per chiedere l’interrogatorio, dopo l’avviso di chiusura delle indagini, sono trascorsi senza che Riccardo Bossi si sia fatto vivo con il pubblico ministero Nadia Calcaterra, neppure attraverso l’avvocato Federico Magnante: nei giorni scorsi la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il primogenito di Umberto, fondatore della Lega, toccherà al gip Veronica Giacoia valutare la fondatezza dell’accusa di truffa ai danni dello Stato.
Che il quarantacinquenne fosse sotto inchiesta per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza è fatto noto dall’inizio di marzo. Secondo gli inquirenti Bossi jr avrebbe sottoscritto il falso nell’autodichiarazione per chiedere il sostegno economico di cui le fasce economicamente deboli (o quelle furbe) avevano beneficiato dal 2019 al 2023. Sarebbero quarantatré mensilità da 280 euro quelle erogate al quarantacinquenne sulla base del suo Isee: si trattava del contributo aggiuntivo per l’affitto, così come previsto dalla norma di allora (l’attuale governo ha introdotto due nuovi sussidi). Riccardo Bossi però non pagava alcun affitto, anzi, proprio nel 2019 era stato sfrattato dall’appartamento in cui viveva per morosità (lo sgombero effettivo risale al 2022 ma nel frattempo c’era stata una controversia legale tra il figlio di Umberto Bossi e i proprietari dell’immobile). Alla fine del 2023, nel corso degli accertamenti di routine, emersero le incongruenze autocertificate dal quarantacinquenne e così la procura decise di analizzare più a fondo il suo Isee. Interrogato dagli inquirenti per chiarire le anomalie, preferì avvalersi della facoltà di non rispondere.
La novità odierna è la richiesta di rinvio a giudizio che metterà Riccardo Bossi davanti a tre scelte: patteggiare, scegliere il rito abbreviato (che dà diritto allo sconto di un terzo della pena) oppure difendersi in sede di dibattimento.
LA VICENDA
Di Riccardo si iniziò a parlare nel 2007 ma non per le sue vicende giudiziarie (iniziate qualche anno dopo): girò voce che fosse stato contattato da agenti dello spettacolo per partecipare al provino dell’Isola dei Famosi, reality show che all’epoca veniva trasmesso da Rai 2. Quando il padre Umberto venne a conoscenza del progetto dichiarò secco: «Se accetta gli do un calcio sul sedere». Ma l’ufficio stampa del programma dopo qualche giorno mandò a tutti i giornali una smentita di fuoco: «Riccardo Bossi non è mai stato contattato né da Magnolia, né dalla Rai, né ha mai incontrato Simona Ventura. Non c'è mai stato il suo nome tra i candidati vip della quinta edizione dell'Isola dei Famosi». Fu un malinteso, insomma. In molti equivoci è inciampato negli anni successivi, alcuni dei quali approdati in tribunale con epilogo infausto.
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