LA BONIFICA
Sos Fornace: sgombero e polemica
Operazione all’alba, tolta la struttura al Centro sociale: «Il Pd si dimentichi una campagna elettorale serena»

Lo sgombero del centro sociale Sos Fornace, programmato da tempo dalla Prefettura e dalla Questura di Milano, è stato eseguito nella prime ore di questa mattina, martedì 13 febbraio, in via Moscova 5, dalla polizia di Stato e dai carabinieri con l’ausilio della polizia locale.
In quel momento nello stabile, un tempo sede della Mtm, non c’era nessuno.
Il sindaco Pietro Romano aveva sollecitato più volte l’intervento, vista la necessità di bonificare la sede dell’ex Mtm dall’amianto che ricopre il tetto.
Le lastre di recente si erano ammalo rate e si era presentata la necessità di tutelare la salute pubblica.
«La proprietà - spiega il primo cittadino - si era detta disponibile a eseguire immediatamente la bonifica ma aveva la necessità di rientrare in possesso dell’immobile abusivamente occupato.
In passato, quando la situazione dell’amianto non era preoccupante, non ho mai chiesto lo sgombero e la situazione era per così dire tollerata. Considerato però l’attuale stato di degrado non potevo astenermi dal richiedere un intervento urgente avendo in primo luogo il dovere di tutelare la salute dei cittadini e anche delle persone che frequentavano il centro sociale. Spiegando i rischi, ho invitato gli esponenti della Fornace a lasciare spontaneamente l’immobile, ma hanno preferito metterla sul piano politico ed accusare la mia Amministrazione di una speculazione legata al post Expo. La verità è che a oggi, purtroppo, non vi è alcun progetto di riqualificazione di quell’area da parte della proprietà, ma solo un problema legato alla presenza dell’amianto.
L’immobile è stato reso inaccessibile e la bonifica verrà effettuata nei prossimi giorni».
L’ex Mtm venne occupata il 4 gennaio 2011 da centinaia di persone in risposta allo sgombero della vecchia Fornace di via San Martino 20.
«Oggi, sette anni dopo, un nuovo sgombero riconsegna al mercato uno spazio strappato alle logiche di profitto che dominano la “Città Vetrina”, riportato in vita grazie alle pratiche di autogestione - replica la Fornace -. Lo sgombero di stamattina spiana la strada alle speculazioni del post-Expo sul nostro territorio: la stessa ex-Mtm è infatti un’ampia area dismessa posta all’ingresso della città e strategicamente collegata alle area di Fiera ed Expo attraverso la porta di Pantanedo. Le dichiarazioni del sindaco sono pretestuose. La Fornace era situata in una palazzina con un tetto rivestito in eternit di circa 100 metri quadrati, la bonifica poteva essere effettuata in una settimana di lavoro e senza necessità di sgomberare il centro sociale, visto l’assoluto favore da parte del collettivo alla bonifica dell’amianto. Non si comprende l’urgenza visto che l’amianto si trova sulla Mtm dismessa dal 2004 e sulla Nilit che rimarrà attiva fino ad aprile. Completa il quadro la clamorosa tempistica dello sgombero, che giunge in
piena campagna elettorale e a qualche settimana da quando l’amministrazione comunale ha permesso a CasaPound di insozzare la nostra città con un banchetto elettorale».
Per questa sera alle 21, dalla stazione ferroviaria di piazza Libertà, è annunciato un corteo di protesta. E Fornace promette battaglia: «Che il Partito democratico non si aspetti una campagna elettorale serena!».
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