FRONTIERE
«Riaprite i valichi minori»
Lettera della presidenza del Consiglio regionale della Lombardia al Gran Consiglio del Canton Ticino. «Frontalieri da tutelare»

La Svizzera è quasi tornata alla piena normalità. E i frontalieri sono così rientrati al lavoro, oltre confine. Non è cambiato però il sistema delle dogane: quelle minori sono ancora chiuse, pr volontà elvetica. Il risultato? Lunghe code alla frontiere rimaste aperte. Numerosi appelli e alcune interlocuzioni a livello di autorità (per l’Italia si è mosso anche il parlamentare varesino del Pd, Alessandro Alfieri) hanno cercato di sbloccare la situazione ai valichi. Ora, l’intervento dei vertici del Consiglio regionale della Lombardia.
Ecco la lettera che il presidente dell’assemblea lombarda, Alessandro Fermi, e la vice presidente Francesca Brianza, hanno inviato oggi, martedì 28 aprile, al presidente del Gran Consiglio del Canton Ticino: «In virtù dei positivi rapporti di lavoro e delle numerose occasioni di collaborazione transfrontaliera, con la presente desideriamo portare alla Vostra attenzione la delicata situazione che si sta verificando in questi giorni lungo le tratte stradali a ridosso dei confini italo-svizzeri».
«Una conseguenza - prosegue il documento - che si sta riscontrando in seguito alla riapertura delle molteplici attività economiche che insistono sul Vostro territorio. A fronte della chiusura dei valichi secondari - da Voi a suo tempo approntata al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini in ordine all’emergenza sanitaria in corso - i numerosi frontalieri, che ogni giorno superano i confini attraverso le dogane rimaste aperte, sono costretti ad affrontare lunghissime code».
«Una situazione - sottolinea l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale lombardo - che comporta notevoli disagi non solo per gli automobilisti in transito, ma anche per i residenti dei Comuni di frontiera interessati dal passaggio dei mezzi. La limitazione degli spostamenti transfrontalieri - che sta già creando notevoli problemi viabilistici e ambientali – comporterà ancora maggiori criticità a seguito dei graduali allentamenti al lockdown previsti per le prossime settimane».
«Pur consapevoli - aggiungono Fermi e Brianza - della delicata situazione esistente, nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 attualmente in vigore, vi chiediamo di valutare un piano per la riapertura dei valichi secondari tra Canton Ticino e Regione Lombardia, che faccia convergere
il diritto alla salute pubblica con quello al lavoro». La lettera di Fermi e Brianza fa seguito anche a una Risoluzione approvata lo scorso 21 aprile in cui si sollecitava, tra l’altro, la temporanea sospensione della “tassa di collegamento” recentemente ristabilita dal Tribunale svizzero, «la tutela occupazionale dei lavoratori frontalieri a fronte del rischio di licenziamenti di massa e la messa a disposizione dei frontalieri impegnati in attività essenziali di alloggi a prezzi calmierati per ridurre rientri e spostamenti lungo il confine».
«Auspichiamo che si possa tenere quanto prima un incontro tra le istituzioni lombarde e ticinesi - concludono Fermi e Brianza - per approfondire meglio le situazioni e gli argomenti di maggiore attualità che interessano i nostri territori, così da trovare soluzioni utili e condivise nell’interesse soprattutto di lavoratori e cittadini frontalieri e dei Comuni di confine».
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