IN SCENA
Riccardo III a teatro con Vinicio Marchioni
Al Piccolo Strehler di Milano la celebre opera di Shakespeare
« Il male che mi interessa è nella bellezza, non nella disarmonia. A tutti i miei collaboratori artistici ho chiesto di dare bellezza al male e non bruttezza, perché chi tradì̀ il paradiso fu l’angelo più bello». Quanto scritto nelle note di regia è già sufficiente per comprendere il ribaltamento di prospettiva che il regista Antonio Latella compie nel suo Riccardo III. La tragedia di Shakespeare, nella traduzione di Federico Bellini, che con lo stesso Latella ne ha curato anche l’adattamento, è al Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 12 al 30 novembre con protagonista principale Vinicio Marchioni (@Pier Costantini). E rovescia tutte le convinzioni sull’idea stessa di malvagità. Se infatti il Riccardo III shakespeariano, disposto a utilizzare ogni mezzo in suo possesso per salire al trono d’Inghilterra, è tradizionalmente rappresentato, come descritto dal suo autore, mostruoso nell’animo ma anche nel fisico, qui tutto cambia. «Il male è. Non è una forma. Il male è vita. Il male è natura. Il male è divinità̀ – scrive ancora nelle sue note di regia Latella -. Il nostro intento è quello di provare ad andare oltre l’esteriorità del male, cercando di percepirne l’incanto. È chiaro che se il male stesso viene interpretato attraverso un segno fisico, il pubblico è portato ad accettarlo, vede la “mostruosità” e la giustifica. Anzi, prova empatia se non simpatia con e per il protagonista. Ma è ancora accettabile questo “alibi di deformità” nel ventunesimo secolo? Probabilmente il Bardo ne aveva bisogno per giustificare al pubblico, in qualche modo, tutte le malefatte del protagonista. Difatti utilizzò un corpo maschera, molto più̀ vicino a un giullare di corte, al fool, la cui figura era spesso caricata di segni esteriori – come la gobba – che, nel tempo, hanno assunto significati ambivalenti: grotteschi ma anche propiziatori. Non è un caso che nella cultura popolare si corresse a toccare la gobba per buon auspicio. A noi interessa la forza della parola, la seduzione della parola, e, perché no, la scorrettezza della parola. E se il male fosse la natura stessa?». Coproduzione Teatro Stabile dell’Umbria e Lac Lugano Arte e Cultura, lo spettacolo vede in scena anche Silvia Ajelli, Anna Coppola, Flavio Capuzzo Dolcetta, Sebastian Luque Herrera, Luca Ingravalle, Giulia Mazzarino, Candida Nieri, Stefano Patti, Annibale Pavone, Andrea Sorrentino, le scene sono di Annelisa Zaccheria, i costumi di Simona D’Amico, le musiche di Franco Visioli, le luci di Simone De Angelis.
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