IL CASO
Rifiuti al confine, il Ticino ci riprova
Il Consiglio di Stato ha approvato il piano. Vincenzi: «Approfondiremo coi tecnici»

I ticinesi provano di nuovo a depositare circa 850mila metri cubi di rifiuti inerti nella discarica di Stabio, piazzata al confine con l’Italia.
Il Consiglio di Stato, vale a dire il Parlamento del Cantone di lingua italiana, ha infatti approvato il “Piano di utilizzazione cantonale” della discarica per materiali inerti di Stabio (tappa 3) con la richiesta di un credito per la sua attuazione, nonché approvato la modifica legislativa e i necessari crediti per la gestione in proprio della discarica.
Sostanzialmente si è arrivati al punto che le attuali volumetrie e le attività di riciclaggio degli elvetici non sono più in grado di smaltire i rifiuti edili del Sottoceneri.
Risultato: è tornata “di moda” la discarica a due passi dalle case di Gaggiolo. Già, perché questa sarebbe la terza tappa di due che hanno creato una vera e propria montagna di rifiuti in territorio svizzero, ma lungo la linea di confine, oscurando il sole di una dozzina di villette tricolori.
Qui, nonostante le proteste delle amministrazioni locali italiane, si è riusciti a temperare la collinetta con qualche alberello e limandone la sommità.
Ma, ora, arriva la tappa 3 che non dovrebbe impattare pesantemente come le puntate precedenti, realizzate fra il 2002 e la fine del 2013, ma potrebbe portare ugualmente quasi un milione di metri cubi di scarti in località “Cà del Boscat”.
Sulla questione si è immediatamente mosso il Comune di Cantello che, qualche anno fa, incassò il blocco del frantoio, che avrebbe creato problemi di rumore e di polveri alla cittadinanza.
Stavolta il frantoio parrebbe non essere contemplato mentre, secondo un documento del Comune di Stabio, potrebbe essere previsto un vagliatore, vale a dire uno strumento per separare gli inerti in arrivo, ma che «in termini di rumori e polveri ha impatto pressoché nullo per la cittadinanza».
Ad ogni modo, «approfondiremo – dice il sindaco cantellese Gunnar Vincenzi – le carte coi tecnici e ci muoveremo di conseguenza. Di certo per noi è fondamentale la tutela delle persone, dell’ambiente e delle falde acquifere».
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