ISTANZA DELLA PROCURA GENERALE
Caso Macchi, risarcimento a Binda: fissata l’udienza del ricorso
Discussione il 9 marzo in Cassazione

Quello che potrebbe essere l’ultimo atto della via crucis giudiziaria di Stefano Binda ha ora una data. Il 9 marzo davanti ai giudici della quarta sezione della Corte di Cassazione a Roma saranno discussi i ricorsi presentati dalla Procura Generale di Milano e dell’Avvocatura dello Stato contro l’ordinanza con la quale la quinta Corte d’Appello del capoluogo lombardo, non più tardi del 12 ottobre scorso, ha giudicato come ingiusta la detenzione al quale è stato sottoposto il cinquantaquattrenne di Brebbia per 3 anni, sei mesi e otto giorni e ne ha riconosciuto il diritto all’indennizzo, quantificato nello specifico in 303 mila euro.
Arrestato il 15 gennaio del 2016 con l’accusa di essere stato l’autore dell’efferato omicidio della ventenne studentessa di Casbeno Lidia Macchi, avvenuto nella notte tra il 5 e 6 gennaio del 1987, Binda è stato prima condannato all’ergastolo dai giudici della Corte d’Assise di Varese il 24 aprile 2018, ma poi assolto nel merito prima dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano il 24 luglio del 2019 (il giorno della sua liberazione dopo 1286 giorni di cella). Assoluzione, con la formula “per non aver commesso il fatto”, divenuta definitiva con la successiva sentenza dalla Suprema Corte.
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